Corriere 15.7.16
Zanetti va con Verdini. La sinistra: così lo porta in maggioranza
Il viceministro fonda un nuovo gruppo con tre dei suoi e Ala. E vuole tenere il simbolo di Scelta civica
ROMA
Nasce un nuovo gruppo politico alla Camera. E non è un gruppo
qualsiasi: «Scelta civica verso Cittadini per l’Italia» fa entrare — di
fatto — i verdiniani dentro la maggioranza di governo.
Lo ha voluto
il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, segretario di Scelta
civica, che ieri ha lasciato il suo gruppo e ne ha fondato uno nuovo.
«Era un gruppo sfilacciato, un comodo materasso su cui stare sdraiati in
attesa di capire cosa succedeva e che ha portato ad alcune incoerenze
difficili da giustificare sul piano politico», ha detto Zanetti,
riferendosi ai quattro voti contrari arrivati da Scelta civica alla
riforma costituzionale.
Era da tempo che Zanetti voleva portare i
verdiniani dentro il partito, e per questo immediata è stata la reazione
critica di alcuni deputati di Scelta civica: «Apprendiamo che oggi
Verdini è entrato nel governo», hanno commentato Giovanni Monchiero,
Bruno Molea e Giovanni Palladino, confermando però il sostegno al
governo Renzi.
Zanetti, che vorrebbe portarsi dietro anche il simbolo
del partito, è uscito con altri tre deputati, ai quali si aggiungono i
dieci di Ala e uno del gruppo Fare, Marco Marcolin, per un totale di
quindici deputati, almeno per ora, visto che il numero potrebbe
crescere.
«Il gruppo nasce nell’ottica della costruzione di una forza
liberaldemocratica» ha spiegato ancora il viceministro Zanetti,
trascinandosi dietro una scia di dubbi e polemiche.
Come quelli
sollevati da Bruno Molea, secondo il quale se Zanetti lascia Scelta
civica non può più esserne il segretario e dunque verrebbe a cadere il
presupposto che aveva determinato la sua nomina al dicastero
dell’Economia.
Un’altra deputata di Scelta civica, Adriana Galgano,
ha polemizzato sull’intento del viceministro di portare con sé il
simbolo del partito: «Noi siamo i deputati eletti in Scelta civica,
altri quattro sono andati a fare altro. A chi dovrebbe andare il
simbolo? A noi, ovviamente: che vogliamo restare e lavorare
nell’interesse dei nostri elettori».
Ma non è solo Scelta civica che
contesta la scelta fatta dal segretario di partito. Che con questa
operazione i verdiniani entrino di fatto dentro la maggioranza di
governo, senza altri passaggi istituzionali, lascia l’amaro in bocca
soprattutto nella minoranza del Partito democratico. Roberto Speranza —
che di quell’area è il leader — è netto: «Fino ad ora ci è stato detto
che Verdini e Ala non fanno parte della maggioranza parlamentare che
sostiene il governo. Il viceministro Zanetti, messo in minoranza dentro
il suo gruppo, costituisce un nuovo gruppo con Denis Verdini. Quindi se
Ala resta fuori dalla maggioranza, come ribadito dal premier Matteo
Renzi, allora l’unica naturale conseguenza sono le dimissioni di Zanetti
dal governo».