Corriere 13.7.16
Sanders appoggia Clinton e abbandona l’idealismo
di Giuseppe Sarcina
Bernie
Sanders ha annunciato il suo appoggio ufficiale, l’endorsement, a
Hillary Clinton, in un comizio congiunto a Portsmouth, nel New
Hampshire, sulla costa Est degli Stati Uniti. Meno di un mese fa, il 16
giugno, il senatore del Vermont, in un lungo discorso diffuso via
Internet, aveva prefigurato uno scenario «rivoluzionario» per la
politica americana. Il suo movimento non si sarebbe sciolto, nonostante
Hillary Clinton avesse conquistato di fatto la nomination democratica.
Bernie aveva elencato più di 30 proposte rivolte all’opinione pubblica,
più che al partito democratico, per lavorare al «cambiamento
strutturale» del Paese. Sanità e istruzione gratis per tutti; più tasse
per i ricchi; riforma drastica della finanza di Wall Street: solo per
ricordare alcuni punti.
Hillary Clinton ha concesso un’apertura
minima. Nel comizio con Barack Obama, il 5 luglio a Charlotte, ha
promesso di alleggerire le spese universitarie per gli studenti, con una
formula ancora da mettere a punto. E poco altro. Niente, invece, sulla
sanità o sul Ttp, il Trattato commerciale transpacifico che Sanders,
come Donald Trump, vorrebbe cancellare.
L’evento di ieri,
presentato come un passo necessario per rendere «più unito il Partito
democratico», ha lasciato grande amarezza tra i sostenitori di Sanders,
soprattutto i più giovani.
È stato fondamentale il ruolo del
presidente degli Stati Uniti. L’8 giugno, subito dopo il voto della
California, Obama aveva diffuso un video con cui si schierava in modo
entusiasta con Hillary. Il leader della Casa Bianca è ancora molto
popolare nell’elettorato democratico: per Sanders i margini di agibilità
politica si erano di fatto esauriti. L’idealismo ha lasciato il posto
al pragmatismo. È finita con una pacca sulla spalla alla donna che ad
aprile Sanders aveva bollato come «non qualificata» per comandare da
Washington.