mercoledì 13 luglio 2016

Corriere 13.7.16
Armi nel suv, a spasso con il fucile in spalla
Le abitudini di tanti (miei) amici americani
di Maria Laura Rodotà

Si preferirebbe di no, si preferirebbe essere come quei filoamericani che amano Taylor Swift ed Happy Days e quest’estate saranno in Liguria. Si preferirebbe andare a Cleveland — dove la curatrice di questa rubrica seguirà la convention repubblicana — senza cercare con anticipo percorsi sicuri dai parcheggi al palasport. Senza pensare che negli spazi pubblici dove si manifesta pro e contro Donald Trump (è previsto l’arrivo di gang di motociclisti per «proteggere the Donald», di suprematisti ariani, e altro) sarà permesso girare armati: l’Ohio è un open carry State , puoi passeggiare con un fucile a tracolla. Senza ricordare tanti viaggi nell’America che non è New York e San Francisco e dove sono tutti armati, anche gli amici tuoi. Quelli con la casa sui monti Allegheny, in Pennsylvania, con una radura e uno stagno dove si nuota e una stanza degli ospiti tappezzata di fucili da caccia (si fecero brutti sogni). Quello di Tampa, Florida, con due pistole nel cruscotto del suv con cui porta i figli a scuola. Quella di Tucson, Arizona, che sta in fondo a una via isolata sulle Foothills, dove la notte ululano i coyote; nel caso smettessero di ululare e si autoinvitassero a un suo pranzo vegano, lei tirerebbe fuori il Ruger semiautomatico e li ridurrebbe peggio di Wile Coyote nei cartoni. Quello che sta in Virginia, nei sobborghi di Washington, e quando si è separato ha fatto una yard sale sul prato davanti casa, vendendo a poco a sconosciuti anche fucili e pistole di famiglia. Postando le foto su Facebook e deludendo le cugine perché «avevi promesso lo Smith & Wesson del nonno a Freddy!», e via così (tutti gli amici qui citati sono bianchi; tutti tranne uno votano per i democratici; nessuno rinuncerebbe alle sue armi; nessuno preferirebbe la meno armata Europa, dicono, poi).