Corriere 13.7.16
Italicum, nodo Consulta
La cautela del premier prima del referendum
Per la consultazione Renzi preferirebbe il 6 novembre
di Maria Teresa Meli
ROMA
Le sorti dell’Italicum, ossia il vero oggetto del contendere della
politica italiana (nonché il possibile strumento di future trattative
tra i partiti), potrebbero essere decise prima del referendum. La Corte
costituzionale infatti dovrebbe prendere in esame la riforma elettorale
il 4 ottobre prossimo, anche se il condizionale, mai come in questo
caso, è d’obbligo. Dalla Consulta non sono arrivati ancora segnali
precisi, ma a palazzo Chigi danno per scontato che il premio di
maggioranza non verrà toccato. Potrebbero però essere richieste altre
modifiche e allora si riaprirebbero tutti i giochi.
Ma la novità è
che Matteo Renzi, fedele al nuovo stile che si è imposto, non minaccia
fuoco e fiamme contro questa ipotesi. Sia chiaro, il presidente del
Consiglio è ancora affezionato all’Italicum e ritiene che sia il
«sistema migliore», ma non ha più intenzione di arrivare allo scontro
dentro e fuori il Pd in questa fase pre-referendaria. Tanto che gli
stessi renziani si aspettano che il segretario-premier nell’assemblea
nazionale del 23 luglio non chiuda a un possibile cambiamento della
legge elettorale. La corrente di Dario Franceschini spinge in particolar
modo per questa soluzione: sostituire il premio di maggioranza al
partito vincente con quello alla coalizione, secondo gli uomini del
ministro dei Beni culturali, rappresenterebbe un segnale positivo nei
confronti di Alfano, riporterebbe una certa concordia nel Pd e
consentirebbe al centrodestra di riaggregarsi e di tornare competitivo,
mentre penalizzerebbe i grillini. Ma sono ragionamenti, questi,che per
il momento non vengono fatti a palazzo Chigi.
È opinione di Renzi
che non si possa aprire nessuna vera trattativa prima del referendum.
«Mica ci possiamo mettere a fare un “Nazareno due” in questa fase, così
poi vedrete quanta gente va a votare “No”», è l’obiezione con cui il
premier stoppa le fughe in avanti di qualcuno del Pd. Però il presidente
del Consiglio, nel contempo, «non vuole dare nessun alibi a Berlusconi»
per condurre la battaglia referendaria contro il Sì ventre a terra.
Perciò quando si parla dell’Italicum ormai si tiene sul vago, rinviando
il problema al Parlamento. Del resto, questo è anche un modo per tenere
unito il partito in vista del referendum, che è l’appuntamento a cui,
come è noto, Renzi dà più importanza: «Anche l’Europa vede di buon
occhio la vittoria del Sì perché sa che così il Paese avrà maggiore
stabilità», è solito dire il presidente del Consiglio.
Il voto
deve essere ancora fissato. Renzi ormai propende per la data del 6
novembre. Ma non è detto che non slitti più in là. Sergio Mattarella,
infatti, vorrebbe che la legge di stabilità fosse approvata alla Camera
prima del referendum. In questo caso, inevitabilmente, si arriverebbe al
20 o al 27 novembre. Comunque, quale che sia la domenica prescelta, il
rischio che comporta questo voto è chiaro al premier: «So bene che
stanno provando in tutti i modi a farmi fuori, ma secondo me non ce la
faranno». È anche per questa ragione, per ottenere la vittoria dei
Sì,che Renzi sta tentando di spersonalizzare il referendum o di evitare
la polemica troppo aspra con i grillini che può rivelarsi
controproducente (e ieri, infatti, ha addirittura difeso Virginia Raggi
dagli attacchi degli esponenti del suo partito). Tra gli elettori della
sindaca di Roma e del Movimento 5 stelle in genere potrebbero esserci
dei potenziali sostenitori del Sì in nome del cambiamento e inimicarseli
non conviene.
Ma spersonalizzare il referendum non significa
ovviamente disinteressarsene. Le 500 mila firme sono state raccolte e
verranno consegnate domani in Cassazione, come ha annunciato Lorenzo
Guerini, molto attivo su questo fronte. E per mobilitare gli elettori
verranno coinvolti alcuni presidenti delle regioni, sindaci o ex
sindaci, dirigenti locali. Insomma, chiunque abbia una certa presa sui
territori per portare avanti un lavoro capillare. Alcuni nomi? Vincenzo
De Luca, Stefano Bonaccini, Enrico Rossi, Piero Fassino. ..