Corriere 11.7.16
L’uguaglianza, il razzismo, la sfiducia L’America (dopo gli 8 anni di Barack) non è cambiata: una ricerca lo prova
di Marilisa Palumbo
Un’Unione
più perfetta. Obama la invocava in uno dei suoi discorsi pubblici più
belli, durante le primarie del 2008. Pronunciato dal punto di vista del
figlio di un africano del Kenya e di una donna bianca del Kansas, era
uno sguardo non ipocrita sulle ferite razziali del Paese. Sembrava che
nessuno meglio di lui potesse avvicinare gli sguardi dell’America black e
di quella white. E invece. È di pochi giorni prima delle cronache
sanguinarie di queste ore un sondaggio del Pew Research Center
intitolato «Nelle opinioni sulla razza e sulle disuguaglianze, neri e
bianchi vivono in mondi diversi». Per il 43% degli africano americani il
Paese non realizzerà mai i cambiamenti necessari all’uguaglianza
(opinione condivisa solo dall’11% dei bianchi). Il 58% dei neri ritiene
che si dia troppo poca attenzione ai temi razziali; i bianchi al 41% che
se ne dia troppa. Il 40% dei neri crede che il razzismo sia
«sistemico»; il 70% dei bianchi che sia limitato ai pregiudizi
individuali. I rapporti tra le razze vanno male per il 61% dei neri e
per il 45% dei bianchi. Colpa di Obama? Per la maggior parte degli
americani il presidente ci ha almeno provato, a migliorare le cose. Ma
per un tondo 25% le ha peggiorate (e tra i bianchi a pensarlo è il 32%).
Per il 34% ci è riuscito (lo pensa il 51% dei neri: riecco la faglia).