domenica 10 luglio 2016

Corriere 10.7.16
Di Maio
«Rivedere la legge elettorale? Una follia bloccare il Paese solo per salvarsi le poltrone»
«Spacchettare il referendum è da miserabili»
intervista di Emanuele Buzzi

«De Benedetti ha detto che è diffidente verso di me come potenziale premier? Detto da uno che ha promosso Letta e Renzi negli ultimi tre anni lo prendo come un complimento». Luigi Di Maio, in viaggio in Israele, replica all’intervista sul Corriere dell’imprenditore ed editore. E contrattacca. «Ci sono parti del Paese che hanno paura del cambiamento che noi rappresentiamo, loro stanno tra poteri decotti e banche come Mps che li aiutano».
Come è stato accolto in Israele?
«Molto bene, ma il giorno più importante sarà lunedì, quando incontrerò esponenti di governo e parlamentari di ogni gruppo».
Lei si è appena espresso per il riconoscimento della Palestina: come crede si possa portare avanti un processo di pace che rispetti entrambi i popoli?
«Ho incontrato tanti movimenti palestinesi che parlano di non violenza. E anche gruppi israeliani sulla stessa linea. C’è una parte che dialoga ogni giorno: è da lì che bisogna partire. Si risolveranno i problemi se si riconosceranno due popoli e due Stati e la Ue dovrebbe avviare negoziati come Ue e non con i soliti attori. Noi per intenderci siamo sulle stesse posizioni dell’Onu».
Due anni fa vi siete battuti contro un’intesa tra il colosso idrico israeliano e Acea: adesso che siete alla guida di Roma cambia qualcosa?
«Non c’è nessun pregiudizio nei confronti delle aziende israeliane, sia chiaro. Sul tema acqua voglio solo dire che non è corretto che Acea privatizzi alcuni asset fondamentali».
In Italia si parla di modiche all’Italicum.
«Le priorità per il Paese sono altre. La mia paura è che per salvarsi le poltrone bloccheranno i lavori parlamentari. Una follia. Potrebbe farci piacere, ma non voglio godere della mediocrità dell’avversario».
Ma voi avete bocciato quella legge.
«Per noi l’Italicum va abolito, non modificato. Vorremmo il Democratellum. Noi faremmo la migliore legge che si ispiri alla stabilità della maggioranza. Il paradosso è che chi ha votato l’Italicum ora vuole cambiarlo. Delle due l’una, o prima erano solo slogan di partito o ora hanno paura del M5s».
E cosa pensa del possibile spacchettamento del referendum sulla riforma costituzionale?
«Che è da miserabili. Se lo si voleva fare lo si poteva fare quando è stato proposto dai radicali prima delle Amministrative. Oggi è fatto in malafede».
Vi impegnerete nella campagna per il no?
«Assolutamente sì, già a partire da questa estate».
Lei è partito per il suo viaggio con la giunta di Roma appena varata, ma non c’è il pericolo che troppa litigiosità interna metta a rischio il lavoro della sindaca?
«No, a me spaventa solo l’odio verso Virginia Raggi da parte dei media e di alcuni politici. Penso per esempio alle parole di De Luca sulla giustizia divina. Ormai è un tutti contro Raggi che deve finire il prima possibile. All’estero sto solo ricevendo complimenti per quanto accaduto. Credo che i cittadini abbiano chiesto un presidio di legalità: un primo atto importante sta nelle competenze tecniche della giunta».
Prevale la competenza sull’appartenenza politica?
«La giunta romana è un messaggio alle eccellenze italiane: non cerchiamo persone schierate con il Movimento. Chi vuole darci una mano venga; vogliamo mettere insieme capacità, competenze, onestà: questo non ha a che vedere con l’appartenenza politica».
Comunque a Roma avete avuto dei problemi gravi con il capo di gabinetto...
«Definirli gravi è sbagliato. Mettere mano al Campidoglio non è facile: ci abbiamo messo meno di Marino a formare la giunta e su di lui non ricordo queste pressioni».
Crede che si arriverà a fine legislatura? Presenterete il vostro candidato premier a settembre a Italia 5 stelle? Tutto lascia pensare che sarà lei.
«Mi auguro si vada a votare nel 2017. E noi presenteremo i nostri candidati in prossimità delle elezioni».
In autunno sará negli Usa: ha in programma di incontrare qualche politico?
«Il programma è ancora in via di definizione. Per ora ci sono impegni negli atenei, ma credo incontrerò anche dei politici».