Avvenire.it 16.07.16
Il fondatore della Cattolica, Gemelli medico dell’aria
di Vincenzo Grienti
Un francescano alle prese con i segreti del volo, tra loop, tonneau e virate con tanto di sandali, saio, rosario e occhialoni da aviatore. È il ritratto inedito di padre Agostino Gemelli, pioniere della medicina aeronautica, impegnato nello studio del cosiddetto "fattore umano", cioè l'insieme di operazioni e modalità svolte dall'uomo che fanno aumentare i livelli di sicurezza nelle varie manovre. Le ricerche di Gemelli sono state fondamentali per generazioni di piloti d'aerei e astronauti, dagli assi come Francesco Baracca, ai piloti delle Frecce Tricolori. «Gemelli è il padre fondatore della psicologia aeronautica che agli albori della medicina aeronautica e fino agli anni trenta è considerata di fatto una branca della filosofia», spiega Paola Verde, tenente colonnello medico sperimentatore di volo dell'Aeronautica militare in servizio presso il Reparto di medicina aeronautica e spaziale del Centro Sperimentale di Volo di Pratica di Mare, dove all'ingresso è stata eretta una statua dedicata proprio al frate. Padre Gemelli, prosegue Verde, «si rifiuta di parlare di psiche, di energia psichica e persino di coscienza, per trattare invece la psicologia come una scienza sperimentale con metodi comuni alle altre scienze. L'uomo, a dirla con Gemelli, ha una condotta con la quale persegue dei fini, comportandosi in determinati modi, reagendo con atteggiamenti particolari e adattandosi alle condizioni ambientali. Lo psicologo studia proprio questa condotta e di propone di determinare le leggi alle quali essa obbedisce». In Italia, i primi studi di medicina aeronautica risalgono alla seconda metà dell'800 con Angelo Mosso, prima della comparsa dell'aerostato, ma è nel 1917, durante la Grande guerra, che al continuo verificarsi di incidenti di volo, il comando supremo del regio esercito istituisce i primi «Gabinetti per le ricerche psicofisiologiche sull'aviazione e per le visite di controllo dei piloti» affidandone la direzione proprio a padre Gemelli, medico e cappellano militare. Il fondatore dell'Università cattolica del Sacro Cuore stabilì i criteri psicotecnici di selezione attitudinale a «condurre una macchina in volo». Il secondo "Gabinetto" fu affidato ad Amedeo Herlitzka presso il Laboratorio di fisiologia umana dell'Università di Torino. Nel 1918 furono istituiti altri "gabinetti" a Napoli e a Roma diretti da Giuseppe Gradenigo e Alberto Aggazzotti. Nel 1923 Gemelli inizia a volare come osservatore medico a bordo dei Caproni Ca 3 del 1°, 2° e 7° stormo caccia e bombardamento, di base al campo di Lonate Pozzolo, vicino Malpensa: «Ricordo il mio primo volo con un aeroplanino le cui ruote erano formate da gomme di bicicletta. Io ero issato su un sediolino, fra fili tesi, fra le ali che il vento faceva cantare» racconta descrivendo un volo effettuato a bordo di un Farman. Nel 1935 trasforma un Caproni Ca 310 Libeccio in un vero e proprio laboratorio volante per la sperimentazione fisiologico-comportamentale dei piloti. Sono gli anni più intensi della sua attività di ricerca medico-scientifica che lo porterà a conseguire il brevetto di pilota, come dimostrano le foto fornite dall'Archivio generale per la storia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore scattate nel 1939 a Milano insieme al pilota della regia aeronautica Arturo Ferrarin, autore della trasvolata Roma-Tokyo. Nel 1937 in occasione del II Convegno di medicina aeronautica si hanno ulteriori svolte con le scoperte di padre Gemelli sugli effetti delle accelerazioni grazie al suo "velivolo-laboratorio", di Rodolfo Margaria con l'ipotesi sull'embolismo degli aviatori, di Tommaso Lomonaco con la descrizione della «reattività dell'organismo nelle zone critiche dell'alta quota». Quell'anno il capo servizio sanitario Arturo Monaco stabilì che le ricerche fossero condotte da tre "Centri studi e ricerche di medicina aeronautica" con sedi a Guidonia sotto la direzione di Margaria, collaborato da Lomanaco e Giovan Battista Bietti; all'Università di Torino, diretto da Paolo Mazza che aveva sostituito Herlitzka, discriminato dalle leggi razziali; a Milano all'Università Cattolica diretto da padre Gemelli.