Repubblica 9.6.16
Concorsi fermi, mobilità lenta e novemila posti da coprire così la giustizia va in tilt
Il
governo aveva promesso di colmare i buchi in organico con i dipendenti
delle ex Province e della Croce Rossa. E ci sono cause bloccate da anni
di Alberto Custodero
ROMA.
Neppure la Croce Rossa riesce a salvare i processi. Dietro ai vuoti di
organico dei Tribunali denunciati pubblicamente dal procuratore di
Torino Armando Spataro in una lettera al ministro Orlando, non c’è solo
la disfatta della giustizia. Ma anche il fallimento della politica della
mobilità interna della Pubblica amministrazione, più volte evocata dal
premier Renzi. Negli uffici giudiziari, tra segretari, cancellieri e
commessi mancano 9 mila unità. Il governo aveva promesso di colmare una
parte di questo drammatico vuoto causato da un blocco delle assunzioni
che dura da 20 anni trasferendo al sistema-giustizia quattromila
persone. Ma al momento è in corso il “trasloco” tra mille difficoltà di
soli 2500 dipendenti provenienti in parte dalle ex Province, in parte
dalla riforma della Cri e infine da altri settori della Pubblica
amministrazione. Attualmente, ne sono transitati appena 700, una media
di tre per ognuno dei 200 uffici giudiziari del Paese. Praticamente
nulla.
I SOTTUFFICIALI IN ESUBERO
In un primo tempo era
stato previsto anche un travaso di personale dalla Difesa alla
Giustizia. In 10 anni, infatti, ci sarà un taglio di 50 mila dipendenti
delle forze armate, compresi i civili. Ma i marescialli non sono
“graditi” alla giustizia perché costano più di un cancelliere. E così il
progetto è sfumato.
I BANDI
Un primo bando di mobilità
volontaria aveva selezionato mille dipendenti. Di questi, 700 sono
transitati effettivamente nei ranghi della giustizia, 200 sono in corso
di trattativa, per i restanti l’iter è in alto mare. Un altro bando per
789 posti riguarda i dipendenti delle ex Province (in totale, 1900
esuberi), ma si tratta di lavoratori fra i 50 e i 60 anni, magari
demotivati, che si sono sempre occupati di strade, ambiente, scuole.
Quasi tutti senza laurea o con specialità tecniche completamente diverse
da quelle richieste per iscrivere i procedimenti nel registro
elettronico, per fare le fotocopie, per redigere gli indici, per
timbrare le iscrizioni a ruolo. In molti, poi, non si vogliono
trasferire e i sindacati fanno resistenza perché chiedono corsi di
aggiornamento (per i quali il governo ha stanziato 51 milioni). In più,
esistono problemi per il riordino delle carriere: un ex cantoniere che
qualifica potrebbe avere in un tribunale? Stessi limiti e criticità
valgono anche per gli altri 782 posti che potrebbero essere coperti dal
personale della Croce Rossa. Si tratta di dipendenti abituati a gestire
l’emergenza sanitaria, poco propensi a riadattarsi ai tecnicismi del
lavoro amministrativo giudiziario.
LE NUOVE ASSUNZIONI
Se
tutto andrà bene, assicurano al ministero della Funzione Pubblica, il
trasferimento dei 2500 sarà completato entro agosto. Da settembre — fa
sapere il dicastero di Marianna Madia — la giustizia potrà ricorrere
ancora alla mobilità volontaria. Oppure, potrà per la prima volta dopo
vent’anni, riaprire i concorsi. Sempre che ci siano i finanziamenti.
LE CRITICHE DI PALAZZO DEI MARESCIALLI
Lo
sforzo dei ministri della Giustizia e della Funzione Pubblica (Andrea
Orlando e Marianna Madia), pur apprezzato dai magistrati del Csm,
rischia di risultare un inutile pannicello caldo. Che non servirà a
risolvere il caos degli uffici giudiziari che versano in condizioni
drammatiche. E dunque questo venti per cento di personale in meno è
destinato a perdurare ancora per chissà quanto, paralizzando il sistema
giustizia. La carenza di personale è una delle principali cause per cui i
processi accumulano drammatici ritardi. Ad ogni atto di un magistrato,
seguono dieci adempimenti del personale amministrativo compreso il
lavoro di segreteria, di cancelleria, e quello di spostare i faldoni nei
carrelli da un ufficio all’altro. Si tratta di adempimenti
delicatissimi, un ritardo di una notifica, un errore nel numero del
protocollo, un foglio smarrito o infilato nel fascicolo sbagliato
rischia di creare un vizio di forma che può far saltare un processo che
dura da anni.
I DISAGI
A Napoli una maestra che s’è rivolta
il 4 dicembre del 2013 al magistrato di Appello, sezione Lavoro, per
un’assunzione negata s’è vista fissare la prima udienza il 20 febbraio
2018, cinque anni dopo. A Roma, 13esima sezione Civile, una vedova che
il 1 marzo 2011 ha fatto causa a una clinica per la morte del marito
ucciso da una infezione ospedaliera, avrà l’udienza il 2 gennaio 2017.
Ad Aversa, il tribunale Napoli Nord ha una carenza di personale
amministrativo del 50 per cento. A Santa Maria Capua Vetere c’è un
arretrato di 20mila procedimenti di microcriminalità. A Torino diecimila
procedimenti di competenza del giudice monocratico rischiano la
prescrizione. Nel Veneto è in crisi la giustizia civile, in particolare
quella più legata al crimine economico.
LAZIO, CASO VIRTUOSO
Il
controtendenza l’esperienza della Regione Lazio, che ha dovuto gestire
un esubero di 700 dipendenti provenienti dalle ex Province. L’ente
regionale ha creato un progetto di “mobilità intelligente”, organizzando
incontri di persona con i dipendenti in mobilità. Si sono spostati in
110, con grande soddisfazione del tribunale di Roma.