mercoledì 8 giugno 2016

Repubblica 8.6.16
Tra gli under 30 di Tor Bella Monaca “Siamo stati traditi, Raggi ultima speranza”
Qui il voto grillino è oltre il 40%. E molti non distinguono più destra e sinistra. Si sentono “cittadini con diritti negati da cittadini privilegiati”
“Ho amiche con figli che non sanno dove mandarli all’asilo e parenti con la pensione minima che non arrivano alla fine del mese”
di Giovanna Vitale

ROMA. Nel quartiere simbolo della periferia romana, edilizia selvaggia e fauna coatta, dove l’orizzonte è un cumulo di immondizia e il welfare lo spaccio, c’è un nuovo supereroe da portare in trionfo: lunghi capelli e figura minuta, è la donna d’acciaio che, sospinta dal voto delle borgate, ha ipotecato la corsa per il Campidoglio.
Un vento che a Tor Bella Monaca ha soffiato più forte che altrove: è tra questi palazzoni seriali presidiati dai pusher, che Virginia Raggi ha registrato il suo risultato migliore. Oltre il 40% dei signor nessuno alla Enzo Ceccotti, il paladino degli sfigati trasformato in Jeeg Robot da Gabriele Mainetti, hanno scelto lei. Lei che «rappresenta la speranza di cambiare ». Lei che «ci somiglia così tanto, è una cittadina come noi». Lei che «in periferia ci vive, conosce i problemi». Lei, lei, lei. Ma soprattutto il Movimento 5 stelle, «che avrei votato comunque, a prescindere dalla Raggi: dopo tutte le delusioni che mi hanno dato destra e sinistra, Grillo è l’unico che mi dà fiducia».
Come una linea retta, il ragionamento dei ragazzi che popolano il centro commerciale Le Torri non contempla sbavature. Lo sanno sulla loro pelle cosa significa sopravvivere, qui. Nel quartiere più giovane di Roma, dove l’eta media è 40 anni, ma l’aspettativa di vita è la peggiore di tutte: 75 anni contro gli 81 e passa dei Parioli. Significa che persino respirare quest’aria appestata dai roghi tossici dei campi rom; farsi tentare da alcol e droga, che scorre a fiumi in ogni androne; accorcia l’esistenza. Perché dove nasci non lo scegli tu, ma il futuro, quello almeno sì. E i venti-trentenni che abitano il quadrante Est lo hanno scelto: accendendo le stelle nelle urne.
«Per me è la prima volta, finora avevo sempre votato Pd», ammette Talita Rosini, studentessa di Ingegneria a Tor Vergata, bellissima nei suoi 24 anni, «i grillini mi hanno conquistata. Sono giovani, tanti vengono da zone come questa, conoscono i nostri problemi. Saranno all’altezza? Si vedrà. Tutti i partiti ci hanno provato e non hanno risolto niente, tanto vale provare». Un voto sereno, consapevole. Lontano anni luce dalla rabbia che, per molti, è la cifra del voto al M5s. «Anche per me è stato un debutto», ragiona Katia Ziantoni, impiegata di 32 anni, «ma oggi non esistono più destra e sinistra, esistono da una parte i cittadini con i loro diritti negati, dall’altra i politici, una casta lontanissima dalla realtà, assuefatta dai privilegi, incapaci di rappresentare una società impoverita come la nostra ». È stanca, Katia: stanca di impiegare due ore per andare al lavoro in centro perché i bus non ci sono, stanca di non poter mettere un cantiere un figlio: «Sono stufa delle briciole, delle promesse elettorali, delle stesse facce che a rotazione cambiano poltrona, di un sistema che favorisce pochi a discapito dei molti. L’età anagrafica o l’esperienza non sono la chiave del successo, la vecchia politica ce lo ha insegnato. Noi siamo i figli della vecchia media borghesia che, rispetto al passato, hanno meno opportunità, meno soldi, meno servizi, meno forza politica. Il mio non è un voto di protesta, è un voto di fiducia, di speranza, un patto con la mia generazione per restituirci il futuro e la nostra città».
Al bar sul viale principale Marco Pantaleoni, 31 anni, attivista di Forza Nuova «prima di mettere su famiglia e la testa a posto», è meno ottimista: «L’unico modo per cambiare, almeno a parole, era il M5s. Avrei scelto Casapound, ma sarebbe stato un voto buttato. Io mi alzo tutte le mattine alle 4, mia sorella non può venire ad aprire perché a quell’ora in giro ci sono solo tossici e rumeni ubriachi, pago una tariffa dell’Ama allucinante per annegare nella spazzatura. Grillo mi piace, mettiamolo alla prova». Grillo, non la Raggi: «Quel che conta è il Movimento», fa eco Federica Zolea, 27 anni, segretaria in un’azienda edile, sempre a sinistra fino a domenica scorsa: «Ho delle amiche che hanno figli e non sanno dove mandarli all’asilo perché non ci sono posti, ho parenti con la pensione minima che non arrivano a fine mese. Tutto lo schifo che è stato fatto a Roma almeno non è imputabile a loro». Loro che, per Floriana Fenza, 27 anni, commessa, «sembrano cittadini come noi, si mettono al nostro livello. Mi auguro solo che adesso facciano quel che hanno detto». Un voto di speranza. La protesta non c’entra.