lunedì 6 giugno 2016

Repubblica 6.6.16
L’appello degli scienziati “Fateci riscrivere il Dna”
Il manifesto di alcuni genetisti americani per sintetizzarlo in laboratorio
“Così creeremo cellule resistenti a virus e tumori e organi da trapiantare”
Il progetto su “Science”: dieci anni di tempo e tre miliardi di dollari per realizzarlo
di Elena Dusi

ROMA. Nel 2003 il Progetto Genoma Umano ha completato la lettura del nostro Dna. Oggi un’iniziativa ancora più ambiziosa punta a riscrivere da zero — sintetizzandolo completamente in laboratorio — il codice della vita dell’uomo. L’iniziativa è stata battezzata “Human Genome Project-Write”. A lanciarla, dalle colonne di Science,
sono stati 25 scienziati americani, che si sono dati 10 anni di tempo e non più di 3 miliardi di dollari di budget per raggiungere l’obiettivo di ricreare «l’intero genoma di cellule umane e altri organismi di interesse per l’agricoltura e la medicina».
Un uomo con il Dna sintetico potrebbe essere la prima creatura artificiale: senza padre né madre. I promotori dell’iniziativa ovviamente escludono questa ipotesi. «Il nostro obiettivo», scrivono su Science, è solo ottenere «linee cellulari» da coltivare e usare in laboratorio per studiare malattie, far crescere «organi umani» all’interno dei maiali «per usarli nei trapianti» e creare cellule con un Dna «fortificato» in grado di resistere a virus e tumori. Raccogliere 100 milioni di euro per lanciare il progetto entro l’anno è la prima scadenza che gli scienziati si danno. In ogni caso, proseguono i 25, nessun passo sarà fatto senza prima aver valutato tutte le implicazioni etiche.
Il tono soft con cui l’appello di Science è stato scritto, e la precisazione che al Dna artificiale verrebbe impedito di potersi riprodurre, hanno contribuito solo in parte a mitigare le polemiche. Uno dei promotori — forse il principale dal punto di vista scientifico — è infatti quel George Church che insegna genetica ad Harvard, ha già proposto in passato di resuscitare il mammut attraverso il suo Dna e ha scritto il libro Regenesis: how synthetic biology will reinvent nature and ourselves in cui prefigura un futuro in cui gli uomini dal Dna artificiale saranno immuni da tutti i virus. Lo scienziato dall’iconica barba bianca si è anche espresso di recente a favore dell’ingegneria genetica applicata agli embrioni umani, anche in utero, per correggere malattie utilizzando la nuova e potentissima tecnica di “copia e incolla” del Dna chiamata Crispr.
«Sarebbe dunque accettabile leggere e poi riscrivere il Dna di Einstein? », si chiedono sulla rivista Cosmos Drew Endy (professore di bioingegneria a Stanford e cofondatore con Church della startup Gen9, specializzata giustappunto nella produzione di frammenti di Dna sintetico) e Laurie Zoloth, bioeticista della Northwestern University. Tiepido verso l’iniziativa si è poi mostrato Francis Collins, uno dei padri del Progetto Genoma Umano originario (quello che si è occupato della lettura del Dna). La sua opinione non è di poco conto, essendo Collins il principale detentore dei cordoni della borsa della ricerca pubblica negli Usa (dirige infatti il National Institutes of Health). «Non riteniamo che i tempi siano maturi per finanziare uno sforzo simile», ha dichiarato Collins in un comunicato ufficiale. «La sintesi del genoma di interi organismi si estende ben oltre le capacità scientifiche di oggi e solleva questioni etiche e morali».
Giusto o sbagliato che sia, molti scienziati pensano che sintetizzare un intero Dna umano in laboratorio sia semplicemente troppo difficile. Partendo dai mattoni di base che compongono la doppia elica, negli anni ‘70 si è partiti col mettere insieme poche decine di quelle “lettere” la cui sequenza compone il messaggio del Dna. Questi primi frammenti di genoma sono serviti, per esempio, a creare i batteri che sintetizzano l’insulina umana. Nel 2010 un altro scienziato visionario, Craig Venter, ha ricreato negli Usa l’intero genoma di uno dei più piccoli batteri esistenti in natura, composto da un milione circa di lettere. Allo studio ci sono al momento la sintesi del genoma del lievito (12 milioni di lettere) e del batterio Escherichia coli (4,5 milioni di lettere, e a sovrintendere al progetto c’è ancora una volta Church).
Fare il salto per arrivare ai 3 miliardi di lettere del Dna umano, con queste basi, sembra davvero troppo ambizioso. Senza contare il fatto che la funzione del nostro genoma — nonostante decenni di ricerche — resta ancora in buona parte oscura. Solo il 2% del Dna serve a produrre proteine. Il 98% gioca ruoli di regolazione che per noi sono ancora difficili da interpretare.