Repubblica 6.6.16
Giuseppe Novelli, Rettore di Tor Vergata
“Operazione difficile e inutile la vera sfida è lo studio del genoma”
intervista di E. D.
ROMA.
«Ricreare la vita è troppo difficile, non ne vale la pena diceva Renato
Dulbecco. E secondo me aveva ragione ». A citare il premio Nobel
italiano che lanciò, esattamente 25 anni fa, il Progetto genoma umano è
Giuseppe Novelli, uno dei principali genetisti italiani e rettore
dell’università di Tor Vergata a Roma.
Perché dovrebbe essere troppo difficile?
«Questa
volta cito Craig Venter, un altro grande scienziato, che ha detto: il
Dna è lo spartito, ma non esisterebbe la musica senza l’orchestra. Il
genoma è una serie di note di cui abbiamo letto la sequenza. Ma per il
suo corretto funzionamento molto dipende dall’interazione con
l’ambiente, cioè dall’orchestra. E molto resta da capire del “vestito”
che il Dna indossa, che pure ha un ruolo molto rilevante nel produrre la
musica giusta».
Quindi riscrivere il Dna in laboratorio senza tenere conto del ruolo dell’orchestra sarebbe semplicemente inutile?
«C’è
ancora così tanto da capire sul vestito del Dna (che tecnicamente si
chiama epigenetica) che io concentrerei su questo i miei sforzi. Il
genoma dell’uomo ha una quantità mostruosa di regioni che non codificano
proteine ma hanno un ruolo di regolazione. E noi conosciamo molto poco
del loro funzionamento. Non disponiamo cioè di una chiave di violino.
Che senso avrebbe sintetizzare qualcosa di cui non capiamo lo scopo? E
se anche riuscissimo a farlo, sarebbe un Dna capace di funzionare? A
questa domanda io non saprei dare risposta».