sabato 4 giugno 2016

Repubblica 4.6.16
La bimba contesa dalle due mamme gay
Quella biologica è fuggita con la figlia, l’ex compagna l’accusa di sottrazione di minore
di Valerio Varesi

BOLOGNA. Una bambina sottratta diventa un rompicapo giuridico per il Tribunale dei minori di Bologna, città dove la piccola è stata portata dalla madre. O meglio, da una delle madri, visto che è figlia di una coppia di lesbiche australiane. Le due donne, non vincolate da matrimonio, formavano infatti una “famiglia di fatto” nel loro Paese. A un certo punto della convivenza decidono di sperimentare la maternità e una, ricorrendo all’inseminazione artificiale, partorisce una bimba.
Ma l’unione tra la madre biologica e la convivente va in pezzi nel 2010. La coppia si rivolge al tribunale locale per dirimere la questione sull’affidamento della piccola e il giudice australiano attribuisce a entrambe il ruolo di genitori con relativa responsabilità. Sul finire dello scorso anno, la madre biologica decide di cambiare vita e si trasferisce a Bologna prendendo con sé la bambina. A questo punto, l’ex convivente, a tutti gli effetti anch’ella madre, sentendosi sottratta la figlia, chiede il ritorno di quest’ultima rivolgendosi alle autorità del suo Paese le quali girano la pratica al ministero di Giustizia italiano. Che, a sua volta, mobilita il Tribunale dei minori bolognese ordinando di rintracciare la piccola e identificare il luogo dove abita.
Detto fatto, ma il caso non è di semplice soluzione. Episodi di bimbi sottratti ne sono stati trattati a decine in Emilia, soprattutto figli di coppie di diversa nazionalità portati in Paesi del nord Africa e del Medio Oriente, ma nella totalità dei casi si trattava di unioni eterosessuali.
Del tutto inedita la vicenda di una coppia di lesbiche che ora il tribunale bolognese, presieduto da Giuseppe Spadaro, dovrà districare incrociando il diritto del Paese d’origine delle due donne con quello italiano, al quale si è di recente aggiunta la legge sulle unioni civili. L’udienza è fissata entro 30 giorni. «Ogni procedimento giudiziario ha dietro una vicenda umana e in quanto tale è degno della massima considerazione » ha detto Spadaro. «Ancor più se riguarda un minore».