Repubblica 4.6.16
L’eclissi dei simboli dei partiti spariti in due Comuni su tre
Rispetto
al 1997 i simboli locali sono raddoppiati. Il Pd si presenta con le sue
insegne nell’11,6% dei casi, Forza Italia nel 6,7%, i Cinque Stelle nel
18,7%
di Tommaso Ciriaco
ROMA. Indebolita
dall’antipolitica, mimetizzata in mille liste civiche e soffocata dalla
crisi della militanza: ecco dov’è finita la Repubblica dei partiti.
Rintracciare un simbolo tradizionale nelle liste è ormai un’impresa,
mentre il grafico degli ultimi vent’anni mostra l’impetuosa ascesa di
contenitori cittadini che nascono e muoiono nello spazio di un’elezione.
Certo, il meccanismo elettorale per i comuni con meno di 15 mila
abitanti rende le civiche “convenienti”. Un tempo, però, anche le
piccole forze erano radicate a tal punto che preferivano contarsi. E
nelle grandi città c’era spazio solo per il logo di partito. Siamo di
fronte a un declino inesorabile? Basta comparare le comunali del 1997
con quelle del 2016: parlano i numeri.
RADDOPPIANO LE CIVICHE
Nel
1997 si votò ad aprile, poi ancora a novembre. In tutto 1418 comuni con
2117 liste civiche: 1,49 per ogni città. Vent’anni dopo, amministrative
del giugno 2016, si contano 3910 civiche in 1342 comuni: stavolta la
media è 2,91. Il doppio.
NIENTE SIMBOLI IN 2 COMUNI SU 3
Molti
di coloro che si recheranno domani alle urne non troveranno sulla
scheda un simbolo di partito, perché nel 65,2% delle città correranno
solo liste civiche. E nel 1997? Allora soltanto il 32,3% dei comuni si
trovava in questa condizione. Che è poi, secondo l’Antimafia, lo schema
peggiore perché rischia di favorire l’infiltrazione criminale nelle
amministrazioni.
NIENTE M5S IN 8 COMUNI SU 10
Sarà che
sbocciano ovunque liste cittadine, o forse è colpa di organizzazioni
molto meno “militari” di un tempo, fatto sta che i partiti non
presentano il proprio simbolo in moltissime realtà. Il 5 giugno il
Movimento cinque stelle correrà nel 18,7% dei comuni. Non ci sarà,
insomma, in 8 città su 10.
POCO PD SULLE LISTE
Il logo del Pd è visibile solo nell’11,6% dei comuni, anche se in parecchie realtà è mimetizzato proprio nelle civiche.
FORZA ITALIA NON C’È PIÙ
Arranca
ancora di più il partito di Silvio Berlusconi, che lancia liste
solamente nel 6,7% delle città al voto: una vera e propria miseria.
CALABRIA, IN 20 ANNI IL BOOM
Il
caso calabrese è emblematico. Nel 1997 i comuni in cui si potevano
votare solo liste civiche erano il 42%. Nel 2016 la cifra è più che
raddoppiata: 91,7%. Significa che in nove città su dieci i simboli di
partito sono letteralmente scomparsi.
LA CONTA DEL DECLINO
Non
c’è solo la Calabria. I comuni “civici al 100%” sono passati dal 54,3
all’89% in Sardegna, dal 30,8 all’84,8% in Molise, dal 36,6 all’81,9% in
Abruzzo. E ancora, sempre nella parte alta della classifica: dal 40 al
79,6% in Liguria, dal 37 al 78,3% in Piemonte.
LA CAMPANIA TRIPLICA
Dal 1997 triplicano le civiche in Campania, passando dal 27,1% al 75%. E volano anche nel Lazio: dal 37,2% al 71,6%.
PIÙ MOVIMENTO AL SUD
I
cinquestelle mostrano un buon radicamento nel Mezzogiorno. In Puglia
lanciano il simbolo nel 52,5% delle città chiamate alle urne. E anche in
Sicilia vanno forte: 51,7%. Tanto grillismo anche in Umbria (36,4%),
Toscana (34,6%), Veneto (30,5%) ed Emilia (28). Quasi non si vedono,
invece, in Calabria (5,9%), Molise (6,1%), Liguria (6,7%) e Sardegna
(9%).
PD A TRAZIONE APPENNINICA
Sopra la propria media
nazionale la presenza del simbolo dem in Toscana (19,2%), Umbria (18%)
ed Emilia (18%). Forte la presenza in Sicilia (41,4%) e Puglia (27,1%).
Male invece Molise e Abruzzo: entrambe si fermano sotto il 5%.
GLI 0% DI FORZA ITALIA
La
migliore performance di FI è in Umbria, dove presenta il logo nel 18,2%
delle città. Poi quasi nulla: 9,2% nel Lazio, 6,7% in Lombardia, 5,1%
in Piemonte, 3,4% in Sicilia. Zero, nel senso di 0%, in Liguria e
Basilicata.