giovedì 30 giugno 2016

Repubblica 30.6.16
Roma
Nomine e rifiuti le spine della Raggi e c’è il fuoco amico della Lombardi
di Mauro Favale Giovanna Vitale

ROMA. Le prime spine di Virginia Raggi hanno i nomi di Daniele Frongia e Raffaele Marra, rispettivamente capo e vicecapo di gabinetto della sindaca a 5 Stelle. Nomine che hanno aperto due fronti, uno esterno e uno interno. Da fuori le opposizioni attaccano sulla designazione del primo: «Aggira la Severino », accusano Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il riferimento è ai pareri giuridici richiesti per Frongia che, da ex consigliere comunale, non avrebbe potuto assumere incarichi dirigenziali all’interno della medesima amministrazione. Ma, sostiene il braccio destro della Raggi, da questa fattispecie sono esclusi «i vertici degli uffici di diretta collaborazione ». Uffici dove, nel corso degli ultimi anni in Campidoglio, la prassi aveva permesso di estendere i poteri del capo di gabinetto che, sotto i sindaci Veltroni, Alemanno e Marino poteva firmare delibere di spesa e atti amministrativi esterni. Non così Frongia che sarà, sostiene lui stesso, «responsabile dell’indirizzo politico-amministrativo del Comune», rivestendo «un incarico di natura fiduciaria del sindaco. Pertanto è evidente che non vi sia alcun dimezzamento di poteri».
Il fronte interno, invece, si apre sul vice di Frongia, Raffaele Marra, 44 anni, già collaboratore di Gianni Alemanno al ministero dell’Agricoltura, in forze all’Unire con Franco Panzironi e passato in Campidoglio (prima di transitare alla Rai con Mauro Masi e alla Regione Lazio con Renata Polverini) a dirigere il dipartimento delle Politiche abitative. Su Marra a storcere il naso è Roberta Lombardi, esponente di punta di quel “mini-direttorio” messo su proprio per affiancare il lavoro della Raggi. La deputata (che in campagna elettorale è stata lungamente assente per marcare la distanza dalla candidata 5 Stelle) ieri dai microfoni di Radio2 ha spiegato che su Marra ci sarà «un approfondimento. Capiremo se è stata una nomina ponderata. Se facciamo dei piccoli errori, li rimediamo subito». È difficile, però, che la Raggi ceda al “fuoco amico” e faccia retromarcia. Piuttosto, precisa il suo entourage, la nomina di Marra sarà «tecnica e temporanea».
Nel frattempo, mentre per la giunta bisognerà attendere il 7 luglio, dossier e questioni aperte si accumulano. «La città è in macerie», ha detto ieri la Raggi a Christiane Amanpour di Cnn che l’ha intervistata in Campidoglio. Sui rifiuti, ad esempio, «Roma si trova in una fase di pre-emergenza» afferma la sindaca che promette maggiore coinvolgimento dei cittadini sulla decisioni, a partire da una comunicazione “preventiva” sui social. Intanto, però, gli impianti di trattamento della spazzatura sono sovraccarichi e in diverse parti della città i sacchetti restano per strada.
Con la Regione Lazio, invece, si accende uno scontro sul progetto del nuovo stadio della Roma: secondo l’assessore all’Urbanistica in pectore Paolo Berdini «il dossier è stato formalmente trasmesso alla Regione per l’avvio della conferenza dei servizi. Non è più una questione comunale». La Regione, però, lo smentisce: «A oggi nulla ufficialmente è stato inoltrato. Siamo ancora in attesa».
Il terzo fronte aperto è quello delle Olimpiadi, col Coni che preme per una risposta ufficiale e i 5 Stelle che confermano la posizione di contrarietà. Ieri, per dire, la Lombardi ha confessato di “tifare” per la candidatura di Parigi.