giovedì 2 giugno 2016

Repubblica 2.6.16
In campo i 250 del Sì al referendum d’ottobre “Sfida ma con rispetto”
Un appello di intellettuali, storici, scienziati e scrittori
Renzi: è la prova che non è una battaglia personale
di Monica Rubino

ROMA. Sono in 250 e si definiscono «donne e uomini di diverse generazioni, attivi in patria e nel mondo, che hanno fatto dello studio, della scienza, della ricerca o dell’arte la loro professione». Sono i professori universitari, gli scienziati, gli scrittori e i registi che hanno firmato l’appello per “un pacato Sì” al referendum costituzionale di ottobre. E che, alla vigilia del 2 Giugno, si aggiungono ai giuristi favorevoli alla riforma capitanati da Stefano Ceccanti. Facendo da contraltare ai 56 costituzionalisti che si sono già schierati per il No. Lo storico Lucio Villari, emerito di Storia contemporanea a Roma Tre, sottolinea il senso dell’aggettivo “pacato”: «Bisogna evitare ogni rissosità. La Costituzione non è un testo sacro. Votare Sì è soprattutto sottolineare che le riforme sono fondamentali per far muovere il nostro Paese ». Con Villari ci sono tra gli altri lo psicoanalista Massimo Ammaniti, il filosofo Tullio Gregory, lo storico Piero Craveri, la regista Liliana Cavani, gli scrittori Federico Moccia e Susanna Tamaro. Nell’appello si esprime «rispetto» per i giuristi favorevoli al No. Ma i 250 firmatari sono convinti che la riforma «rafforzi» la Costituzione.
Soddisfatto il premier Matteo Renzi che commenta su Facebook: «Si rassegni chi si ostina a parlare di battaglia personale, questa è una gigantesca sfida popolare perché l’Italia diventi più semplice. Non torneremo alla palude».
In caso di bocciatura del referendum di autunno il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan conferma a SkyTg24 che andrà a casa con tutto il governo e dichiara: « Il mio impegno futuro è l’università ». Oltre agli intellettuali dell’appello dei 250, si muove il mondo produttivo a cominciare dagli agricoltori: Coldiretti, Cia e Confagricoltura esprimono sostegno unanime alla riforma. E ricevono l’apprezzamento del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
Da sinistra la critica di Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra italiana, che dice a Renzi: «Davvero curioso che chi se l’è presa assai con i “professoroni” oggi chieda aiuto proprio a loro». Mentre il cinquestelle Luigi Di Maio attacca: «Non è vero quanto dice Renzi, e cioè che con la riforma costituzionale va a casa un parlamentare su tre. I senatori saranno sostituiti da consiglieri regionali e sindaci che, in più, avranno l’immunità».