Repubblica 2.6.16
Alfano replica alla Cei “Impossibile tenerli tutti qui”
“Meglio
smistarli prima dello sbarco”. Ma Juncker: “Implicazioni legali” Forse
domani il premier libico a Palazzo Chigi, vertice sullo stop ai flussi
di G. Cad.
ROMA.
Il criterio fondamentale per trattare i profughi è il rispetto per la
dignità umana: ne è convinto il capo dello Stato Sergio Mattarella, che
lo ha sottolineato in un messaggio ai prefetti per i 70 anni della
Repubblica: «Nella gestione dei flussi di persone in fuga da guerre,
persecuzioni e povertà, spetta ai prefetti un ruolo essenziale per
coordinare le attività di primo soccorso e di assistenza, per garantire
condizioni generali di sicurezza e di rispetto della dignità umana».
Sul
tema migranti le parole a Repubblica di monsignor Galantino hanno
suscitato reazioni accese. Il segretario della Cei criticava l’idea di
“hotspot galleggianti”, sottolineando l’esigenza della solidarietà. Il
ministro dell’Interno Angelino Alfano replica che «noi siamo campioni
del mondo di accoglienza. Capisco le parole di monsignor Galantino che
fa il vescovo, io però faccio il ministro dell’Interno e devo far
rispettare le leggi: abbiamo un grande cuore, ma non possiamo accogliere
tutti. Gli hot spot non sono centri chiusi di trattenimento ma centri
dove avvengono la fotosegnalazione e lo smistamento tra profughi e
irregolari. Se ciò avvenisse in mare avremmo un’efficienza maggiore».
Molto
più duro il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: «Penso che le
parole di monsignor Galantino siano sbagliate. Mille morti in una
settimana sono una strage, il Mediterraneo è diventato una fossa comune.
Sarebbe più conveniente evitare le partenze e individuare prima della
partenza e quindi prima delle morti chi ha diritto di arrivare in Italia
nei campi. Renzi lo ha scritto ma non lo ha fatto».
L’idea degli
hotspot sulle navi è anche all’esame dell’Europa: «Non sono contrario,
non dico né sì né no, bisogna approfondire le implicazioni legali», ha
commentato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
Ma l’Italia ha pronta una risposta alla Ue (con una lettera che potrebbe
essere inviata già oggi): presto due nuovi hotspot saranno realizzati a
Mineo e Messina, facendo salire i posti complessivi da 1.600 a 2.800);
poi è prevista l’attivazione di sei strutture mobili pronte ad
intervenire nei porti di sbarco e l’apertura di hotspot di “secondo
livello” in diverse regioni dove sistemare le persone destinate ad
essere rimpatriate. In cambio, l’Italia chiede alla Ue un’accelerazione
sui ricollocamenti dei rifugiati, ancora fermi all’1%. Di immigrazione, e
in particolare di un accordo per combattere i flussi nel Sud della
Libia, potrebbe parlare con Matteo Renzi anche il premier libico Fayez
Al Serraj, atteso in Italia domani con il responsabile degli Esteri
Mohamed Siala.