Repubblica 2.6.16
La sfida di Roma
Il candidato del Pd
sostenuto in periferia dal capo della minoranza, che chiede di
“rimotivare prima di tutto i nostri”. Poi il premier intervista in
assemblea l’aspirante sindaco
Giachetti “unisce” Bersani e Renzi L’ex leader: a Primavalle per lealtà
di Giovanna Casadio
ROMA.
Una giornata campale per Roberto Giachetti. Rush finale con Renzi
all’Auditorium della Conciliazione e pomeriggio con Bersani a
Primavalle. All’Auditorium ci mancava la capra. Arriva con una candidata
della terza circoscrizione di Roma sensibile ai temi ambientalisti,
mentre il premier e il candidato dem si preparano a salire sul palco per
il “comizione”. Giachetti ha messo insieme i due leader. Iniziative
separate, certo. Ma il Pd si muove su un doppio binario: il PdR, il
partito di Renzi, e la “ditta” bersaniana. Roberto è riuscito
nell’impresa di fare siglare la pace. Magari momentanea, il tempo del
voto.
A sorpresa alla Conciliazione il comizio è un’intervista del
premier al candidato: Matteo e Roberto, vestito senza cravatta, tono
discorsivo, si parla di famiglia, di figli e di politica. «Sogno di fare
il conduttore tv...», esordisce Renzi e poi invita Roberto a parlare
della sua esperienza amministrativa: «Sei l’unico che ce l’ha, io sono
un rottamatore, ma le giunte di Rutelli e Veltroni sono un modello». E
si discute di onestà, perché una cosa è dichiararla l’onestà, altra
praticarla: sottolinea Giachetti, attaccando i 5STelle. Rivendica, il
candidato sindaco, il parziale disaccordo sull’Italicum, perché
reintroduce le preferenze.
Ma sono i temi concreti, la vicinanza
con i problemi della gente che occupano l’intervista. Le buche, ad
esempio. «Eh, guardate che questo è capace di arrivare anche alle due di
notte... », scherza Renzi e parla delle luci, dell’importanza del
livello dell’illuminazione che cambia l’umore dei cittadini e gli dà la
percezione della sicurezza. «Tu Roberto sei radicale, io sono scout...».
Concretezza
anche a Primavalle. Insieme Giachetti e Bersani nel quartiere rosso,
carico di storia e anche di vergogna per la sinistra, qui ci fu il rogo
alla casa del segretario del Msi, Mario Mattei. Più che un comizio a
due, un fuggevole incontro in verità nella trafficata piazza di San
Zaccaria Papa. Perché il candidato dem arriva in ritardo e va via prima,
pressato da mille appuntamenti a quattro giorni dal voto, lasciando
all’ex segretario la piazza. Però Roberto ringrazia «di cuore » e apre
il comizio: «Abbiamo opinioni diverse, voi sapete che Bersani e Valerio
Barletta non mi hanno votato alle primarie». Barletta è il candidato
presidente della circoscrizione, bersaniano, trent’anni. Bersani
rilancia la sua idea di Pd e lancia frecciate a Renzi: «Non descriviamo
il cielo senza nuvole, motiviamo la nostra gente, il Pd non deve
inseguire il voto degli altri, non vedo perché vi meravigliate che sia
venuto a sostenere Giachetti, per me è scontato ». Non tanto scontato.
Dietro l’abbraccio c’è tutto un lavoro per dissipare le tensioni dem.
Bersani non aveva gradito che Giachetti l’avesse accomunato a D’Alema
lanciando l’accusa: «Un pezzo di Pd mi rema contro… ». Se l’era legata
al dito, perché non vuole si metta in discussione la sua lealtà.
Giachetti ha ricucito. Una capacità di rispetto che la sinistra dem
riconosce al candidato sindaco con la tigna di portare le battaglie fino
in fondo. Renzianissmo al punto di avere messo persino un like-mi piace
sul fotomontaggio di lui che traina Renzi in risciò, Giachetti a
Primavalle non sposa le tesi di Bersani ma presenta l’unità del Pd, la
squadra indispensabile per tentare di vincere intanto per arrivare al
ballottaggio.
In entrambi gli appuntamenti c’è un punto su cui
Giachetti torna: «Abbiamo il dovere di riscattare gli errori del
passato». Il Pd ha sbagliato e arrivare adesso al ballottaggio,
rimotivare lo stesso elettorato dem è difficile. «Io vorrei essere
capace di ridare alla città di Roma lo stesso orgoglio che Spalletti ha
dato alla squadra della Roma». Aggiunge: «Io sono stufo di portare
avanti una politica che ha paura...». Riferimento ai piccoli interventi
che cambiano la vita senza trascurare i grandi eventi come le Olimpiadi.