Repubblica 29.6.16
Michele Emiliano.
Il governatore pugliese: “Sulla riforma del Senato il no è favorito, meglio rinviare”
“L’Italicum va cambiato favorisce destra e M5S”
di Lello Parise
BARI.
L’Italicum? «Dovrebbe essere eliminato il ballottaggio e assegnato un
piccolo premio di maggioranza alla coalizione, non alla lista, che vince
le elezioni». Il doppio incarico, quello di premier-segretario? «Purché
il primo non dimentichi di essere il capo di un partito». Il referendum
costituzionale? «Sarebbe necessario rinviarlo».
Parla Michele
Emiliano, presidente della Puglia, alla vigilia della direzione dei
democratici programmata per lunedì. Governatore, farà capolino a Roma?
«Sì, certo. Mi piacerebbe soprattutto ascoltare. Quello che non si potrà fare è giocare al tiro al segretario».
Perché?
«Non
è possibile appoggiarlo solo perché vince, ma nemmeno sparargli addosso
quando prende una botta, come è successo alle ultime comunali. Purché
Matteo Renzi la smetta di controllare il partito per neutralizzare chi
non è d’accordo con lui, come è accaduto fino ad oggi».
Più facile dirlo che farlo?
«Deve
ascoltare tutti. Questo atteggiamento è faticoso, ma dà buoni
risultati: i cittadini si accorgono che tu non sei né arrogante, né
troppo sicuro di te. E la tua leadership si rafforza».
La sensazione è che voglia rafforzarla, la leadership, attraverso l’Italicum. O no?
«Con
la nuova regola, se al primo turno non superi il 40% si va al
ballottaggio e chi ha la meglio prende la maggioranza assoluta dei
seggi. Ho paura che questo meccanismo sia incostituzionale».
Eppure tutto dovrebbe funzionare come già funziona
nei Comuni.
«Ma
quella dei Comuni non è un’assemblea sovrana. L’effetto sarà
devastante. Come è successo alle amministrative, tutti gli oppositori si
coalizzeranno contro di noi. La verità è che questa norma favorisce la
destra, tutt’altro che debole, e il M5S, che fa finta di storcere il
naso, ma sa che proprio l’Itali-cum gli garantirà sicuramente il
successo».
Quindi, è tutto da rifare?
«Abbiamo tentato di
riorganizzare il Paese sulla base del modello comunale, perché è molto
familiare al premier. Io preferisco il modello della Regioni, dove c’è
sempre uno che vince e l’altro che perde e non c’è bisogno di fare
ballottaggi».
Quanto al referendum costituzionale, Emiliano è per il sì?
«Non
ho ancora deciso, ma l’elemento più negativo di questa riforma è la
mancanza di ricadute dirette sulla vita degli italiani. Né ho capito a
che cosa serve il Senato delle regioni. L’altra cosa rovinosa è
l’accentramento dei poteri nella figura del premier e la messa al bando
delle Regioni. Una follia. Perché in Italia a non avere mai funzionato è
lo Stato centrale».
Più no che sì, allora?
«Questa riforma è
smontabile, punto per punto. Sarebbe necessario rinviarla. Perché
comunque dovremmo riscriverla se dovessero prevalere i no, cosa ogni
giorno più probabile. Non possiamo andare alla consultazione popolare
come se stessimo andando al casinò. L’Italia non si può governare con
l’azzardo. Ma sono convinto che Renzi farà ogni sforzo per evitare di
lanciarci verso l’ignoto».