Repubblica 27.6.16
Alain De Botton.
Il filosofo attacca i leader del Leave: “Hanno mentito. E i più fragili hanno creduto alle loro bugie”
“È ora di dire basta alla politica immorale i cittadini britannici sono stati imbrogliati”
Gli
elettori sono stati trascinati in un’utopia distorta. E ne sono rimasti
stregati: è successo in Gran Bretagna, ora sta accadendo nell’America
di Trump
intervista di Antonello Guerrera
«Un
secondo referendum? Impossibile. E poi il Regno Unito non lascerà l’Ue.
Il piano di Boris Johnson è un altro». Alain De Botton, uno dei massimi
filosofi contemporanei, è nato in Svizzera, ma vive in Inghilterra da
quando erabambino. Ha studiato a Oxford e Cambridge, ora, a 46 anni,
risiede a Londra. Per De Botton la Brexit è stata un’atroce disfatta.
Subito dopo l’ufficialità dell’addio all’Europa, ha scritto su Twitter:
«Questi sono i momenti in cui anche gli adulti piangono per la politica
».
E lei, De Botton, ha pianto davvero per la Brexit?
«Quel
tweet l’ho pubblicato in balia delle emozioni. Abbiamo fatto un errore
colossale. Questo è il lato triste dell’Inghilterra. Ma non ce l’ho con
chi ha votato l’uscita dall’Europa».
E con chi ce l’ha?
«Con
certi politici. Quello che hanno fatto Johnson, Farage e il ministro
Gove è immorale. Sono dei bugiardi. Hanno bombardato di frottole i
cittadini, soprattutto i più poveri. Li hanno imbrogliati con le loro
promesse farlocche e insostenibili. E sono così disonesti che se le
stanno già rimangiando. Ma purtroppo la democrazia dà diritto di parola
anche a loro».
Non è che la democrazia ha bisogno di limiti per preservare se stessa?
«Impossibile.
Non si può negare il diritto di espressione neanche a un cialtrone come
Farage. Gli unici che possono fermare i demagoghi sono cittadini e
media intelligenti. Rispondere colpo su colpo con i fatti, pazientemente
».
C’è chi dice che siamo entrati in una democrazia post-fattuale, in cui la solidità dei fatti, soprattutto online, si sgretola.
Lei cosa ne pensa?
«E’
vero. Ma è un fenomeno di radici antiche. C’è sempre stato nella storia
chi ha sfruttato gli istinti e le passioni per sopraffare la ragione.
Spero solo che questo referendum infonda una nuova serietà negli inglesi
di fronte a certe scelte. Eppure sono sempre stati dei cittadini
sensibili e misurati ».
E stavolta, invece, cosa è successo?
«Sono
stati trascinati in un’utopia distorta. E ne sono rimasti stregati.
Questo è un fatto inedito per noi. Lo stesso sta succedendo con Trump in
America. La società contemporanea è entrata in una nuova forma di
oblio, di decadenza ».
Cosa intende per decadenza?
«Una
società che dimentica sempre più spesso quanto fragili siano in realtà
ricchezza, pace e saggezza. E che poi reagisce dando calci a tutto
quello che si trova davanti. Così prendono voti Trump e simili. Ma non
si risolvono i problemi».
Problemi comunque innegabili. Johnson e
Farage hanno conquistato i cuori delle persone soffocate da un disagio
sociale ed economico. E questo problema è politico, non crede?
«Certo.
È innegabile che in tanti soffrano la globalizzazione, l’immigrazione
incontrollata, la povertà. Ma credo che il benessere economico
collettivo sia un delicato equilibrio tra imprenditoria, mercato e
cittadini, non le fandonie dei demagoghi che otterranno solo un
risultato: recessione, uscita dal libero mercato, identici flussi
migratori e isolazionismo. Con la Brexit non c’è niente da guadagnare.
Ma alla fine il Regno Unito non lascerà l’Ue, nonostante il referendum».
Cioè?
«Johnson
diventerà primo ministro e andrà a Bruxelles. Ma non attiverà mai la
clausola 50 per uscire dall’Europa. Sa che il mercato unico è
fondamentale. E quindi proverà a trattare per rimanere nell’Ue,
nonostante il disastro di cui è corresponsabile. Così placherebbe anche
la furia indipendentista della Scozia».
Lei ha dedicato molti libri alle relazioni amorose. Come descriverebbe la liaison tra Europa e Regno Unito?
«Molto
complicata. Tanti britannici sono euroscettici, soprattutto dopo la
Seconda guerra mondiale contro ‘la demoniaca Europa’. Ma a volte in una
relazione si possono trascurare i sentimenti e restare insieme per
convenienza ».
La Brexit sarà il colpo mortale per l’Europa?
«No.
Anzi, paradossalmente la accompagnerà sulla strada giusta. Non ho mai
creduto agli Stati Uniti d’Europa. Il futuro dell’Europa sta nel mezzo:
non un superstato opprimente, ma un club di buoni amici».