sabato 25 giugno 2016

Repubblica 25.6.16
Quell’opera d’arte che ha il nome di Costituzione
di Antonio Pinelli

Il saggio di Ainis e Sgarbi sui rapporti tra la nostra Carta e la bellezza
All’ampio ventaglio di pubblicazioni sulla nostra Costituzione, nate dalla “battaglia” che si concluderà a ottobre con il referendum, si aggiunge un elegante ed eccentrico volume riccamente illustrato, in cui un noto costituzionalista, Michele Ainis, e un arcinoto storico dell’arte, Vittorio Sgarbi, intessono un appassionato commento a due voci della nostra Carta, nell’intento di sviscerarne i significati normativi, ma al contempo di illustrarne la fitta trama di rimandi alla storia dell’arte e della cultura che rispecchiano il peculiare rapporto tra il nostro Paese e il culto (ma anche la produzione e la tutela) del Bello (Michele Ainis e Vittorio Sgarbi, La Costituzione e la Bellezza, La nave di Teseo, pagg. 346, euro 22).
Ai due autori non interessa schierarsi per il sì o per il no al quesito referendario di ottobre: Ainis, anzi, insiste sulla chiarezza, sobrietà ed esattezza lessicale del testo costituzionale, ottenuta grazie alla limatura stilistica di letterati del calibro di Concetto Marchesi, Pietro Pancrazi e Antonio Baldini.
Il volume affronta, articolo per articolo, solo la prima parte della Costituzione, quella che non viene toccata dalle modifiche in corso, ma se mai si richiama a un emendamento avanzato tempo fa da Serena Pellegrino, vicepresidente della Commissione all’Ambiente, che chiede di aggiungere al testo dell’art.1 «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro » il comma: «La Repubblica italiana riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali».
Anche se sono affezionato alla matrice ideologica di questa rivendicazione dell’”unicità” del Bel Paese, che affonda le radici in un libello antigiacobino di Quatremère de Quincy, di cui si servì Antonio Canova per far rientrare in Italia i capolavori razziati da Napoleone, ritengo che oggi sia rischiosa l’enfatizzazione che deriverebbe da questo emendamento (l’orizzonte estetico di Quatremère era, del resto, quello neoclassico; nell’era di Internet, tutela e sviluppo devono poter contare sulla pianificazione del territorio coniugata all’archeologia predittiva e alle ricostruzioni digitali).
La peculiarità del caso Italia è perfettamente salvaguardata dall’art.9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Il commento di Ainis a ogni singolo articolo, risultando illuminante nel chiarire la ratio giuridica e la matrice ideologica dei padri costituenti sfoggia talvolta una densità concettuale e una complessità di riferimenti degne dei migliori commentatori della Commedia dantesca. Come quando intraprende l’impresa di ricostruire la struttura aritmetica della Carta, calcolando il numero degli articoli, delle disposizioni transitorie e perfino la media dei commi per ogni articolo, con l’intento di rivelarne l’occulta radice musicale che la governerebbe. Sgarbi, dal canto suo, s’impegna generosamente nel chiosare i commenti del coautore anche sul piano giuridico, non rinunciando a denunciare l’anacronismo, rispetto ai nuovi e più liberi costumi, della famiglia intesa come società naturale, o a rilevare la problematicità della normativa sull’obbligatorietà del trattamento sanitario, di fronte all’eventuale rifiuto opposto da malati terminali. Non è un modello di sobrietà stilistica, ma non indulge nello stile da talk show con cui è spesso protagonista in tv e dà il meglio di sé nell’illustrare adeguatamente ogni articolo, attingendo al fornito arsenale della storia dell’arte nostrana, anche se non mancano le stravaganze (come la proposta di sostituire il tricolore con un capolavoro di Piero della Francesca), o le esternazioni contro l’architettura contemporanea, seppure a volte condivisibili, come nel caso, davvero deprecabile, del grattacielo di Fuksas in costruzione a Torino.
IL LIBRO La Costituzione e la Bellezza di Michele Ainis e Vittorio Sgarbi (La nave di Teseo pagg. 346, euro 22)
l’illustrazione Amore e Psiche, di Antonio Canova