Repubblica 24.6.16
Bertone e il costruttore degli yacht fantasma: s’indaga sulle donazioni da 700 mila euro
Trenta milioni al cantiere prestati da Etruria e mai rientrati. Perquisiti l’ex presidente della Banca e altri due manager
L’imprenditore faceva beneficenza su input del cardinale. Ma i soldi che usava non erano suoi
di Fabio Tonacci
ROMA.
Quel che resta di uno dei più sciagurati investimenti di Banca Etruria
arrugginisce in un cantiere dismesso del porto di Civitavecchia. Il
guscio ferroso dello “yacht più grande del mondo” giace dentro
un’impalcatura di tubi innocenti e tendoni laceri. La Privilege Yard,
società che doveva costruirlo, è fallita dopo aver avuto dalle banche un
finanziamento di cento milioni di euro. Finirlo ora costerebbe più che
smantellarlo. I giorni in cui l’ex segretario di Stato vaticano Tarcisio
Bertone benediva la chiglia lunga 127 metri, con grande cerimonia, sono
lontani. I bonifici che l’alto prelato ha ottenuto dalla Privilege,
circa 700.000 euro dal 2008 al 2012 sotto forma di donazioni a enti
terzi, invece, ci sono ancora. E due procure della Repubblica, Arezzo e
Civitavecchia, ci stanno lavorando su.
I magistrati vogliono
ricostruire la rete di amicizie di alto livello dell’imprenditore della
Privilege Mario La Via, 72enne romano, indagato per bancarotta a
Civitavecchia. Tra i suoi contatti, generali dei Carabinieri e della
Finanza (tra cui Michele Adinolfi), governatori, sottosegretari. E
Tarcisio Bertone. Quale servigio garantì il segretario di Stato
Vaticano? La benedizione della chiglia nel settembre del 2008 pare un
po’ poco, a fronte delle consistenti donazioni successive. Ha avuto un
qualche ruolo nel convincere le banche della bontà del progetto del mega
yacht?
Questa storia si afferra partendo dalla fine, cioè dalle
tre perquisizioni che il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, ha
disposto ieri per l’ex presidente Etruria Giuseppe Fornasari, l’ex
consigliere Giorgio Guerrini e il funzionario Paolo Fumi. Sono indagati
per bancarotta fraudolenta per il dissesto della Popolare: gli
investigatori non si spiegano come abbiano potuto concedere alla
Privilege Yard nel 2010 un fido da 57 milioni di euro, con
un’istruttoria (condotta da Fumi) aperta e chiusa in appena otto giorni.
Il progetto non stava in piedi: la società era nata nel 2006 e non si
era mai occupata di yacht, non si sapeva chi fosse il compratore (si
favoleggiò di un interessamento di Brad Pitt e Angelina Jolie), il
cantiere sorgeva su un terreno che non aveva sbocco diretto al mare ed
era circondato da un binario ferroviario. Soprattutto, non c’erano
garanzie. Barclays Bank era disposta sì a dare una copertura, ma
soltanto dopo il varo.
Etruria si è presa il ruolo di capofila di
un consorzio di banche (Unicredit, Bpm, Mps service, Intesa e Banca
Marche) che ha concesso alla Privilege Yard crediti per 100 milioni.
Ottanta milioni sono stati effettivamente erogati, e ottanta milioni non
sono rientrati nelle casse dei sei istituti. Solo Etruria ci ha rimesso
29 milioni: l’ennesima corposa distrazione patrimoniale da attribuire
agli ex manager. La Privilege è fallita il 22 giugno del 2015, e la
procura di Civitavecchia ha avviato l’inchiesta per bancarotta
fraudolenta. È così che quattro anni di corrispondenza tra La Via e
Bertone sono finiti agli atti. Pure ad Arezzo stanno studiando quei
documenti.
L’ex segretario di Stato vaticano usava La Via come un
bancomat. Pretendeva donazioni per enti e diocesi sparse in tutto il
pianeta, e l’imprenditore eseguiva. Nel carteggio se ne contano una
trentina, per circa 700mila euro. «Egregio dottor La Via, come d’accordi
telefonici le invio l’elenco delle richieste che sottopongo alla sua
cortese attenzione. Il totale ammonta a 67.600 euro e 20.000 dollari. La
ringrazio per la somma che crederà opportuno mettere a disposizione»,
si legge in una delle lettere firmata da Bertone su carta intestata,
datata 16 novembre 2009.
La Via faceva beneficenza con denaro che
non era suo, attingendo dai fondi della Privilege Yard. Scorrendo la
lista: 35.247 euro al Movimiento de Los Focolares (da sempre vicini a
Bertone), 69.738 euro al Collegio Madre del Divino Pastore, 20.000 euro
alla Diocesi di Civitavecchia, 21.000 euro alla Fondazione Don Bosco in
India e altri 25.000 per la associazione Don Bosco University, 50.000
euro all’arcivescvo boliviano di Cochabamba, 80.000 euro per il
completamento della casa vescovile della Curia di Leopoli, 30.000 per la
costruzione di una chiesetta a Sagar in India. Quando si attardava a
sborsare, veniva richiamato all’ordine. «Il cardinal Bertone — scrive in
una mail la segretaria dell’alto prelato, Rosi Bortolussi, il 10
febbraio 2011 — ha ricevuto una lettera da parte del vescovo di Gyor il
quale comunica che a tutt’oggi non ha ricevuto il bonifico di 9.000 euro
che gli era stato annunciato per una borsa di studio a un seminarista
ungherese. Vorrebbe cortesemente far verificare? ».
Il quotidiano
Libero a dicembre aveva svelato il contenuto della corrispondenza, dando
conto di un misterioso bonifico da 46,3 milioni diretto alla società
Privilege Yard Inc. con sede alle Isole Vergini. Se i soldi di Etruria e
delle altre banche siano finiti ai Caraibi, è materia di indagine. Ma
ai magistrati interessa anche approfondire il ruolo avuto da Bertone.
Non sfugge, infatti, che almeno con Unicredit l’ex segretario di Stato
avesse rapporti eccellenti. Non foss’altro perché il colosso bancario ha
inglobato nel 2007 Capitalia, istituto storicamente vicino al Vaticano.