Repubblica 23.6.16
Lettera aperta. Appello anche sul referendum
Libertà e Giustizia al M5S “Rischio dittature personali disinnescate l’Italicum”
“Noi
crediamo che la nuova legge elettorale e la riforma costituzionale
mettano sul tavolo della democrazia italiana una pistola carica”
Sandra
Bonsanti, Lorenza Carlassare, Roberta De Monticelli, Paul Ginsborg,
Tomaso Montanari, Elisabetta Rubini, Nadia Urbinati e Gustavo
Zagrebelsky
Care amiche e cari amici del Movimento 5
Stelle, lo straordinario risultato del voto amministrativo attribuisce
al vostro Movimento una grande responsabilità: dare un contributo
decisivo alla principale battaglia democratica che aspetta il Paese,
cioè il referendum costituzionale del prossimo ottobre. Sappiamo bene
che la posizione del Movimento è un netto No al metodo e al merito di
questo stravolgimento dei meccanismi della nostra democrazia: ma
crediamo che in questi giorni sia necessaria una mobilitazione
straordinaria, nelle piazze e sulla rete, per raccogliere le firme che
servono a configurare il referendum come un’opposizione popolare ad una
revisione costituzionale divisiva e imposta da un parlamento
delegittimato. Subito dopo, e da qui fino ad ottobre, è ancora più
necessario che nel discorso pubblico, e in particolare nella
comunicazione televisiva (a partire da quella trasmessa da ciò che
vorremmo ancora chiamare ‘servizio pubblico’), le ragioni del No abbiano
lo stesso spazio degli argomenti del governo: e in questo il ruolo del
Movimento appare cruciale.
Soprattutto, pensiamo che sia
fondamentale che il movimento politico che oggi riscuote il consenso
della maggioranza degli italiani denunci ora nel modo più esplicito e
fattivo il cosiddetto Italicum: una legge elettorale intrinsecamente
antidemocratica, e davvero pericolosa se combinata alla revisione
costituzionale. Ci sembra particolarmente importante che ad opporsi a
questa nuova ‘legge truffa’ sia chi, in teoria, potrebbe oggi trarne più
vantaggio per la propria parte. Perché proprio questo è il punto: le
leggi elettorali, e le riforme della Costituzione, non si possono cucire
addosso alle volatili maggioranze del momento, ma devono guardare
lontano, garantire la rappresentanza di tutti, essere inclusive ed
aperte.
Noi crediamo che l’Italicum e la revisione costituzionale
mettano sul tavolo della democrazia italiana una pistola carica. E non
importa chi la potrebbe usare: quella pistola va disarmata e subito
gettata via, senza tentennamenti e tentazioni.
Parlando in
Costituente il 6 marzo del 1947, Lelio Basso notava come la forza e la
legittimazione dei partiti avessero finalmente «ucciso le dittature
personali alla Giolitti». Noi pensiamo che la Costituzione sia troppo
importante per ridurla, appunto, ad una questione personale: e la forza e
la legittimazione del vostro Movimento possono oggi dimostrare che in
Italia – per citare una bella canzone – «la gente, quando è il momento
di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che
sa benissimo cosa fare». Dopo che il Presidente del Consiglio ha tentato
di trasformare il referendum sulla Costituzione di tutti gli italiani
in un plebiscito sulla sua persona e sul suo governo, è vitale che il
primo partito d’Italia sappia, al contrario, guardare all’interesse
della Repubblica: mostrando senso di responsabilità, lungimiranza e
amore per le istituzioni e il bene comune dei cittadini.