Repubblica 21.6.16
La prima giornata delle due esponenti grilline a Roma e Torino: “Cambieremo tutto”
Le nuove città
Dalle banche al cemento parte la carica delle sindache
di Concita De Gregorio
COME
Madrid e Barcellona in Spagna, così Roma e Torino in Italia. Là due
donne sindaco elette con Podemos, qui coi Cinquestelle. In entrambi i
casi: la capitale, la città simbolo del lavoro. Quattro donne cresciute
nel contrasto alla classe politica dominante, di governo o di
opposizione, guidano oggi le prime città dei due Paesi europei. Le
analisi di quel che sta cambiando (che è già cambiato da tempo)
lasciamole ad altri: non sempre e non tutti hanno avuto il dono della
preveggenza. Restiamo piuttosto ai fatti, riprendiamo da dove eravamo
rimasti due settimane fa. «Vorrei parlare di Virginia Raggi e Chiara
Appendino », dicevo. «Di cosa stiamo parlando? », ha replicato su questo
giornale qualcuno, molto vicino all’ex sindaco di Torino. Risposta: dei
nuovi sindaci. Ora che hanno vinto osserviamole muoversi nei primi
passi del loro primo giorno. A volte una parola, un dettaglio possono
illuminare il quadro. Sono due giovani donne, madri, in politica da più
di cinque anni. Una sorpresa solo per chi non le aveva mai viste.
Entrambe definite “prime della classe”, da chi le conosce come da chi le
denigra. Appendino ha persino risposto: «Non sono secchiona, ho sempre
passato i compiti a chi era in difficoltà». Vediamo le immagini di ieri.
IL
RISULTATO, LA REAZIONE. Virginia Raggi, 37 anni, avvocato, un figlio,
ha preso 770mila voti, più del doppio del candidato Pd Roberto
Giachetti. 67,15 per cento. I dirigenti locali e nazionali del Pd hanno
commentato che le destre hanno votato Cinquestelle. Raggi ha risposto
che le sinistre non hanno votato Pd, circostanza per quel partito caso
mai più preoccupante. Che la metà dei cittadini non è andata a votare,
dato più eloquente ancora. Quelle che nella notte sono state indicate
come sue lacrime sono in realtà le immagini di una lieve danza di
esultanza, al telefono, come si vede bene nel video. Raggi ha raggiunto
in un hotel romano Grillo e Davide Casaleggio. Grillo è comparso alla
finestra con un appendiabiti, o appendino, attaccato al collo. Raggi è
uscita per strada, fra i militanti in festa sotto gli ombrelli, e ha
detto poche parole: «Lo sappiamo come è Roma, ma più è difficile più
sarà bello. Abbiamo un programma pazzesco scritto insieme ai cittadini.
Portiamo tutti i romani a lavorare per Roma, anche se siamo
disabituati». Poi ha scherzato sui tormentoni della campagna elettorale.
«Allora: sulle Olimpiadi…». I militanti hanno applaudito e fatto buu,
indicando il disinteresse per il tema. Infine, con riferimento
all’imitazione che ne fa Fiorello, ha detto: «Poi vi dico anche una
poesia e gli affluenti del Po». Dopo fino alle 4 a festeggiare.
Chiara
Appendino, 31 anni, economista, un figlio di pochi mesi (ha iniziato in
gravidanza la campagna elettorale) ha avuto il 54,56 % dei voti, quasi
dieci punti in più di Piero Fassino. Il quale - da sindaco, lei
consigliera comunale – la sfidò a fare di meglio una volta al suo posto.
Lo stesso Fassino alla vigilia del primo turno aveva attribuito ai
Cinquestelle in un paio di occasioni pubbliche, per esempio al Salone
del Libro, una scarsa presa del Movimento in città. Nel commentare il
risultato Appendino ha dedicato al suo avversario una sola frase: «Non
molto incisivo nella capacità di ascolto». Poi, più in generale: «La
città si è sentita sola, in questi anni. Specialmente le periferie».
IL
PROGRAMMA. Qualche accenno al programma fin dal primo giorno.
Appendino, no Tav, è stata accolta dal giubilo degli abitanti della Val
di Susa. Contraria al traforo per motivi non solo ambientali ma
economici («I costi sono superiori ai benefici, meglio molte piccole
opere per la comunità») ieri ha detto che «un sindaco non può bloccare i
lavori. Porterò al tavolo le ragioni del mio no e in base alla
discussione valuterò se uscirne». Ha subito chiesto le dimissioni di
Francesco Profumo dalla presidenza della Compagnia di San Paolo, il
cuore economico finanziario della città, accennando al recente aumento
di 400 mila euro stanziato nei giorni scorsi per aumenti agli stipendi
dei dirigenti. Ha anche messo in dubbio la nomina di Paolo Peverano
all’Iren, nome da poco indicato da Fassino. Nel mio mandato, ha detto,
ci sarà un semestre bianco per il sindaco: non potrà fare nomine negli
ultimi sei mesi di mandato. Ha annunciato anche il reddito di
cittadinanza e la chiusura dei centri Cie con una politica di
reinserimento scolastico per i bambini e lavorativo per gli adulti
immigrati.
Virginia Raggi si è rivolta ieri agli elettori con un
lungo post su Facebook nel quale non ha fatto cenno a funivie, olimpiadi
e altri caposaldi della discussione televisiva delle scorse settimane.
Ha detto prima di tutto: «Finalmente una donna, in un tempo in cui le
pari opportunità sono una chimera», mettendo a tacere tutti coloro che
giudicavano sessista sottolineare il genere del candidato. Ha poi
parlato di anni di malgoverno e di Mafia capitale. «Cambia tutto, ora
tocca a noi», il titolo. Fra i primi commenti quello di un ragazzo di 17
anni che dice: non ho potuto votare ma ho convinto la mia famiglia. I
dati indicano che l’elettorato di Raggi (e dei candidati grillini nei
municipi, vinti nel numero di 12 su 14 a Roma) è molto più giovane
rispetto a quello dei partiti tradizionali.
LA GIUNTA. Appendino
ha selezionato curriculum di 400 candidati e già indicato quasi tutti i
nomi. Ci sono il presidente dell’Arcigay Marco Giusta, l’uomo dei conti
del leghista Cota Sergio Rolando, il docente di storia dell’architettura
al Politecnico Guido Montanari, per lo Sport Roberto Finardi ex
dirigente Coni, atleta e tifoso del Toro (Appendino è juventina, fino a
25 anni ha giocato terzino). Sonia Schettino che viene dalla Compagnia
di San Paolo e dalla fondazione Agnelli, l’insegnante Federica Patti,
che come altri arriva da associazioni e ambienti vicini alla sinistra.
Ha annunciato che i lavori della giunta saranno trasmessi in diretta
Facebook una volta al mese. Dal Politecnico viene anche Cristina
Pronello, che Virginia Raggi vuole a Roma ai Trasporti. L’assai
apprezzato urbanista Paolo Berdini e il rugbista Andrea Lo Cicero,
pilone, 103 presenze in nazionale. Questi i nomi di punta. Ieri giornata
di grandi consultazioni per le posizioni ancora scoperte.
GRILLO.
Appendino non ha sottoscritto il “contratto” che vincola Virginia Raggi
e i consiglieri capitolini allo staff del Movimento e che prevede tra
l’altro multe in caso di “danno d’immagine”. Raggi ha pubblicamente
ringraziato della sua elezione Grillo e Casaleggio, Appendino forse in
privato. Rispetto a Raggi, che è stata indicata come candidato sindaco
da 1724 persone nelle primarie on line, Appendino è stata scelta come
candidato sindaco per acclamazione, in assemblea.
CARRIERA POLITICA E POLEMICHE.
Entrambe
fanno politica da più di cinque anni e sono state consigliere comunali
di opposizione nell’ultimo mandato. Appendino aveva una iniziale
simpatia per Sel e stima per l’allora leader Nichi Vendola. Si è
avvicinata ai Cinquestelle “per caso”, ha raccontato, insieme al marito,
industriale e simpatizzante del Movimento. Ha proposto, a un banchetto
per strada, di “dare una mano” a decifrare il Bilancio del Comune. E’
laureata in Economia alla Bocconi. Raggi ha lavorato come praticante
nello studio legale Sammarco, prima di entrare in politica a 32 anni. Il
praticantato in quello studio, che ha lavorato con Cesare Previti, ha
suscitato polemiche in campagna elettorale. Da ultimo, alla vigilia del
voto, è stata attaccata per una consulenza non dichiarata alla Asl di
Civitavecchia. «Ci hanno fatto una guerra senza precedenti », ha detto
ieri notte sotto la pioggia, «ma da oggi lavoriamo tutti per Roma».