martedì 21 giugno 2016

La Stampa 21.6.16
Nogarin: “Il referendum darà la spallata definitiva a Renzi”
Il sindaco di Livorno: sta creando la tempesta perfetta
intervista di Gabriele Martini

Filippo Nogarin ci credeva più di tutti. Mentre domenica gli altri leader cinque stelle calavano su Roma per festeggiare la vittoria (prevedibile) di Virginia Raggi, il sindaco grillino di Livorno viaggiava verso Torino per assistere da vicino alla sfida (tutt’altro che scontata) di Appendino. «Chiara è prima di tutto un’amica - racconta -. L’ho seguito fin dall’inizio. E ieri sera (domenica, ndr) mi sono commosso».
Roma e Torino, ve l’aspettavate?
«Sinceramente sì. Il Pd paga la sua arroganza. E’ un partito che dialoga solo con se stesso e penalizza i territori. Ad esempio, in Toscana, la città di Livorno non ha alcun tipo di ruolo politico a livello regionale».
Che fa, adesso reclama poltrone?
«No, tutt’altro. Il problema è che il Pd si fa sistema di potere e rifiuta il dialogo istituzionale. Ma così si fa odiare dalle persone».
Renzi aveva sempre parlato di voto locale. Sbagliava?
«Sì, c’è una valenza politica. Il governo paga le politiche neocentraliste. Il premier dovrebbe dimettersi per il bene del Paese».
Nel voto c’è stata una componente di protesta?
«Sì, contro Renzi e contro il Partito democratico. Ma è difficile valutarne il peso. Chiara e Virginia hanno vinto perché sono credibili».
Orfini dice che il vero partito della Nazione l’ha fatto il M5S perché prendete i consensi della destra.
«Il voto appartiene ai cittadini, non ai partiti. Queste letture da politico della domenica non ci interessano».
Il M5S vince 19 ballottaggi su venti. Ora l’Italicum vi piace di più?
«Non ho competenze su temi nazionali. Prendo atto dei flussi. Molti elettori, che al primo turno avevano scelto il centrodestra, sono stati attratti dai nostri programmi».
Però siete andati al ballottaggio solo in 20 città su 121. Non è poco per chi ambisce a governare l’Italia?
«No, non occorre essere presenti ovunque. Ci presentiamo dove siamo pronti».
Queste elezioni azzoppano il premier a ridosso del referendum sulle riforme. Pregustate la spallata?
«Renzi si sta costruendo una tempesta perfetta. In autunno affonderà».
Raggi e Appendino le hanno chiesto consigli?
«Ho parlato con entrambe. Ogni sindaco ha la sua storia, a loro non servono consigli. Sanno qual è la strada. Però metto a disposizione l’esperienza di Livorno».
Ora che cosa succederà?
«Ci prepariamo a governare l’Italia»
Di Maio sarà candidato premier?
«Perché no. Ma non è importante chi lo sarà, conta piuttosto avere un programma che dia la sveglia al Paese. I leader non servono, altrimenti facciamo la fine di Matteo Renzi».