Repubblica 20.6.16
Arianna Huffington.
Dormire bene e di più ecco perché il sonno può cambiare la vita e portare al successo
La fondatrice del sito omonimo svela i benefici del riposo nel libro “The sleep revolution”
di Arianna Huffington
Pubblichiamo
di seguito uno stralcio tratto da “ The sleep revolution” di Arianna
Huffington edito da Harmony Books ( Penguin Random House).
ABBIAMO
una crescente consapevolezza sia della crisi da privazione del sonno
che del ruolo centrale che il sonno occupa nella nostra vita. Un numero
sempre maggiore di medici, esperti di benessere e guru dell’efficienza
ci offrono soluzioni – in molti casi sensate e scientificamente testate –
mentre i leader di ogni settore si rendono conto sempre più spesso che
un dipendente ben riposato è un dipendente migliore. Nello sport così
come nella scuola, nella salute e sul posto di lavoro, il sonno sta
finalmente iniziando a riconquistare la considerazione e il rispetto che
merita.
Tuttavia, se vogliamo davvero restituire al sonno il
ruolo che gli spetta, dobbiamo guardare oltre agli strumenti e alle
tecniche, ai sacchetti di lavanda, alle tende oscuranti, ai materassi
spaziali e alle norme che regolano il consumo di caffeina e l’uso dei
monitor. Riuscire a fare qualcosa di così naturale come addormentarsi
non dovrebbe richiedere l’ingestione cronica di pillole, né obbligarci a
dichiarare ogni sera guerra a tutti gli schermi, i cibi e le attività
che si frappongono tra noi e una bella dormita. Occorre piuttosto
partire da qualcosa di tanto semplice quanto profondo, ovvero domandare a
noi stessi che tipo di vita vogliamo, cosa è davvero importante per
noi, cos’è che dà un senso alla nostra esistenza.
E se non è
possibile trovare due persone che rispondano ugualmente a queste
domande, esiste invece qualcosa che tutti abbiamo in comune: la facilità
con cui rimandiamo questa conversazione con noi stessi perché presi
dalle scadenze quotidiane, intenti a perseguire la concezione che la
società ha del successo e a inseguire cose che in seguito magari ci
accorgeremo di non volere. Quando riduciamo la nostra realtà alle
incombenze che ci attendono e la nostra vita diventa una lista infinita
di cose da sbrigare, è difficile mettere tutto da parte e addormentarsi,
entrando in contatto con qualcosa di più profondo.
Nella secolare
tradizione della cerimonia giapponese del tè, era consuetudine per i
samurai separarsi dalle loro spade lasciandole fuori dal luogo della
cerimonia. Con quel gesto simbolico tutti i conflitti, le tensioni e le
lotte della vita quotidiana venivano lasciate fuori dallo spazio sacro.
Per poterci lasciare alle spalle il mondo esterno quando ci accingiamo
ad andare a dormire (le nostre “spade” oggi sono soprattutto congegni
elettronici e portatili) dobbiamo riconoscere che siamo più della somma
delle nostre lotte, delle nostre vittorie e dei nostri fallimenti. Noi
siamo immensamente più grandi del nostro curriculum. Aiutandoci a tenere
il mondo nella giusta prospettiva, il sonno ci offre l’opportunità di
rimettere a fuoco l’essenza di ciò che siamo, creando un luogo intimo in
cui le paure e le preoccupazioni svaniscono.
Di certo, questo è
accaduto a me. Viviamo in un mondo che esalta il fare. Chi siamo,
dunque, quando non facciamo nulla? Se smettiamo di inviare email o sms, o
di pianificare e di darci da fare, cesseremo forse di esistere?
Certo,
possiamo tentare di dormire di più senza porci queste domande
esistenziali. Ma per sfruttare al massimo quel terzo della nostra vita
che dovremmo trascorrere addormentati e raccogliere tutti i benefici che
il sonno offre in termini di salute, lucidità di pensiero, capacità
decisionali e impegno occorre riflettere e ridefinire l’ordine delle
priorità.
Amo vivere in un’epoca in cui le persone sembrano
tornare a capire quale potere il sonno esercita sulle ore di veglia.
Stiamo uscendo dagli “anni bui del sonno” per entrare in un Rinascimento
del sonno. Un’epoca definita da un senso di possibilità senza
precedenti, che dobbiamo alla Scienza, ma anche alla consapevolezza che
il sonno ci aiuta a essere migliori sul lavoro, a farci venire più idee
durante una riunione, a raggiungere più obiettivi o a mettere a segno
più punti.
Cercate dunque di migliorare il vostro sonno perché ciò
vi renderà migliori sul lavoro, ma continuate a migliorare il vostro
sonno perché migliorerete la vostra qualità di vita.
Perché il
sonno è lo strumento che ci permette di distogliere l’attenzione dai
problemi terreni per avvicinarci a una realtà superiore.
Spesso mi
viene chiesto: «Arianna, è fantastico che tu adesso riesca a dormire
tanto, ma se avessi dormito così anche in passato saresti ugualmente
riuscita a fare carriera?». Io non solo rispondo con un categorico «sì»,
ma sono convinta che oltre a raggiungere ugualmente ciò che ho
raggiunto, sarei riuscita a farlo con più gioia, più brio e senza
compromettere tanto la salute e i rapporti personali.
Il sonno ci
insegna anche a fidarci e a lasciarci andare. Ci viene detto e ridetto
che dobbiamo lavorare di più, che non dobbiamo mai abbassare la guardia
né smettere di lottare. E quindi lottiamo anche contro il sonno. O ci
preoccupiamo della nostra incapacità di controllarlo e di costringerlo a
sopraggiungere quando ci conviene, con uno schiocco delle dita («il suo
Uber sonno arriverà tra cinque minuti»).
Tornando a impossessarci
del sonno riprendiamo possesso di ciò che da sempre offre all’umanità:
una via per accedere alla sacralità e al mistero della vita.
IL LIBRO
“The Sleep Revolution” è il libro di Arianna Huffington, giornalista Usa di origini greche e fondatrice del sito omonimo