domenica 19 giugno 2016

Repubblica 19.6.16
La bellezza e la memoria ecco il tratto di Canova
Al Mag di Spoleto per il Festival dei due Mondi dal 26 incisioni e disegni del genio neoclassico
di Sara Grattoggi

PRIMA ancora di incarnarsi nel marmo, è in quei “pensieri delineati a lapis” — come li definiva il fratellastro Giovan Battista — che si rivela il genio di Canova. Nei profili delle Grazie o dei nudi femminili schizzati a matita su carta avorio, così come nello “Studio per Amore e Psiche che si abbracciano”, e ancora negli altri disegni che raccontano la genesi di capolavori immortali, nella mostra “Canova. Grazia e Bellezza”.
Ideata e prodotta da Meta-Morfosi con la collaborazione del Comune di Spoleto e il sostegno della Regione Umbria, l’esposizione — aperta dal 26 giugno al 2 ottobre negli spazi del Mag — celebra il genio dell’arte neoclassica attraverso un’accurata selezione di 31 fra disegni, monocromi, incisioni e gessi che raccontano il momento della progettualità e dell’ideazione delle sue opere. Le cui linee, inconfondibili, paiono sbocciare già dai disegni di rara potenza visiva, selezionati tra i più di 1876 contenuti nei dieci album e negli otto taccuini dell’artista, che costituiscono un patrimonio ineguagliabile del Museo civico di Bassano del Grappa, dove arrivarono per volontà del fratellastro ed erede universale Giovan Battista Sartori Canova, tra il 1849 e il 1859.
Due i temi particolarmente cari a Canova che si individuano tra le idee progettuali: la bellezza e la grazia, sottese a tutta la sua produzione. «Intorno al tema della bellezza e della grazia, delle personificazioni di Venere e delle sue figlie, le Grazie, Canova progetta una serie di studi sulla figura femminile stante e in movimento — spiega la curatrice Giuliana Ericani, già direttrice del Museo di Bassano del Grappa e dell’Istituto internazionale di ricerca per gli studi su Canova e il Neoclassicismo — . Da questa elaborazione, filosofica prima che formale, derivano anche i progetti per i ritratti femminili, che si sublimano nelle teste ideali». «Un secondo filone di ideazione — prosegue la studiosa— è rappresentato, invece, dai monumenti funerari», in cui emergono il tema della Memoria e l’estetica del “bello sepolcrale”.
Alle opere in mostra si affianca una preziosa raccolta di lettere manoscritte che testimoniano l’intenso e proficuo legame tra l’artista veneto e l’Umbria, che frequentò assiduamente anche perché proprietario di poderi a San Gemini. Undici, in particolare, arrivano dal Museo civico di Bassano del Grappa e documentano il rapporto di Canova con intellettuali, artisti, uomini di potere civile e religioso del territorio. Mentre le altre, che provengono dalla Biblioteca civica di Spoleto, testimoniano la sua corrispondenza con Pietro Fontana, politico spoletino e studioso d’arte, più volte gonfaloniere della città, e rivelano la grande stima e amicizia che intercorreva tra i due.