domenica 19 giugno 2016

Repubblica 19.6.16
La nipote di Krusciov. Nina Krusciova.
“Putin come Stalin preferisce il potere al bene della Russia”
La nipote dell’ex segretario del Pcus: “Il suo un sistema brutale che non perdona i nemici”
Molti credono che il capo del Cremlino abbia reso grande questo Paese, ma in realtà ne ha limitato la democrazia
Se Trump diventasse presidente, costruirebbe la sua torre sulla Piazza Rossa, come voleva fare già nel 1996
intervista di Pietro Del Re

VENEZIA. «Mio nonno Nikita Krusciov era uno strenuo difensore del comunismo sovietico, perciò se due anni fa fosse stato lui il capo del Cremlino si sarebbe comportato come Putin, e avrebbe riannesso a Mosca la Crimea che donò all’Ucraina nel 1954». A formulare quest’ipotesi è Nina Krusciova, nipotina del leader sovietico che durante una seduta all’Onu si tolse una scarpa e la sbatté sul tavolo. Russa di sangue, la Krusciova è diventata americana per scelta, perché emigrata vent’anni fa negli Stati Uniti dove insegna Relazioni internazionali alla New School di New York. «Come lo ricordo? Come un buon nonno. Dopo il suo ritiro forzato dalla politica diventò un bravo agricoltore che produceva splendide zucche», aggiunge la professoressa che incontriamo alla Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio Maggiore, al convegno organizzato da Reset DOC sullo “Stato e ideologie politiche nella Russia di oggi”.
La crisi attuale ha le sue radici nella decisione di suo nonno di cedere la Crimea all’Ucraina.
Perché lo fece?
«La Crimea è vicina all’Ucraina e mio nonno voleva solo decentralizzare quell’enorme monolite che era l’apparato sovietico. Nulla di più».
L’annessione della Crimea non è stata per Putin una mossa controproducente?
«Per Putin conta soltanto essere temuto e rispettato. Il benessere dei russi passa in secondo piano. Per giustificare questa scelta ricorre alla stessa retorica che usava Stalin durante la Seconda guerra mondiale quando sosteneva che era meglio avere i carri armati che le scarpe».
In Russia la democrazia è sempre più soffocata. Eppure Putin non è mai stato così popolare, con un’opposizione quasi inesistente. Perché?
«Agli occhi di molti russi, Putin ha reso la Russia una grande nazione. Ma il presidente ha anche costruito una sorta di democrazia verticale, con una libertà di stampa e di espressione solo apparenti. La sua popolarità risiede nel fatto che il suo regime non è pura dittatura né pura oppressione. È bravissimo a far credere che quando reprime lo fa affinché i russi siano più rispettati nel mondo».
Semyon Guzman, ex dissidente sovietico e oggi psichiatra di Kiev, dice che sotto il profilo patologico Putin è uno psicopatico grave con manie di grandezza. Concorda?
«Putin è un uomo molto basso, con il complesso di Napoleone e quindi, sì, con manie di grandezza. È anche un grande narcisista e al potere da troppi anni, convinto di essere l’uomo più potente del pianeta».
Europa e Usa sono troppo deboli con la Russia?
«No, non direi. Ma non sono abbastanza furbi. Con lui bisogna giocare d’astuzia, e non sfidarlo con disprezzo. I leader occidentali dimenticano che è un campione di judo e che ancora si comporta come un agente del Kgb, ossia come uno che per natura non rispetta le regole. Il problema nasce quando l’Occidente, che non ha sempre la coscienza pulita, glielo rinfaccia. Per lui infrangere le regole equivale a dimostrare al mondo che la Russia è potente quanto gli Stati Uniti, se non di più».
Nell’est dell’Ucraina ancora si combatte. Come vede il futuro di quel conflitto?
«Tutto dipende dalla strategia che Putin adotterà per restare ancorato al potere il più a lungo possibile. Infatti, il presidente sa bene che non può lasciare la sua poltrona, altrimenti verrà ucciso, perché è quello che ha fatto lui ai suoi nemici. È il sistema brutale e violento che ha lui stesso creato, e che consiste nel non perdonare né gli oppositori né i perdenti».
Dall’inizio della guerra civile in Siria, Putin sostiene Assad, un tiranno co-responsabile della morte di centinaia di migliaia di civili. Perché?
«Perché si considera il leader degli indesiderabili. Un po’ come accadeva con i sovietici che difendevano gli indifendibili. Putin adora rivestire i panni del nemico perfetto. E poi, anche se bombardare la Siria costa caro, lui guarda soltanto alla supremazia della Russia».
Il Washington Post ha appena svelato una rete d’interessi economici tra Putin e Trump.
La stupisce?
«No. E sono certa che se Trump diventasse presidente costruirebbe la sua torre alle spalle di San Basilio sulla Piazza Rossa, come stava facendo nel 1996».
Quali sono le principali contraddizioni culturali della Russia post-comunista?
«È difficile accedere alla modernità per un Paese con 11 fusi orari e con una chiesa ortodossa fondamentalista che ancora predica l’idea bizantina di grandezza e superiorità, anche perché Mosca non è la terza Roma e Putin non è l’erede di Pietro il Grande ».