venerdì 17 giugno 2016

Repubblica 17.6.16
D’Alema: “Ho già detto cosa farò al referendum. Su Giachetti non parlo”
L’ex leader Ds ammette di aver telefonato allo storico dell’arte Montanari e di aver fatto “battute” sui grillini
di Goffredo De Marchis

ROMA. «Continuo a leggere su Repubblica falsità, forzature e valutazioni o prese di posizione pubbliche riportate come se si trattasse di trame e complotti ». Massimo D’Alema scrive una nuova nota di smentita dopo la ricostruzione dettagliata di Repubblica uscita ieri sul giornale. Abbiamo spiegato come, dove, quando e con chi l’ex premier ha espresso i suoi giudizi contro Matteo Renzi, ha annunciato il voto per Virginia Raggi a Roma, ha suggerito al critico Montanari di far parte della giunta a 5 stelle, ha auspicato una sconfitta del Pd nella Capitale e a Milano, ha spiegato la sua strategia per la campagna del No al referendum costituzionale. La smentita-bis di D’Alema offre la sua versione, ma in molti passaggi diventa, per eterogenesi dei fini, una conferma dell’articolo scritto mercoledì. A cominciare dalla notizia che diventa ufficiale: il No alla riforma costituzionale. «La volontà di impegnarmi nella campagna referendaria è stata annunciata più volte, l’ultima in una manifestazione pubblica a Brindisi di cui gira anche un video».
Ma andiamo con ordine. D’Alema scrive: «Non ho tenuto alcuna riunione con la dissidenza socialista, di cui ignoro l’esistenza. È passato a trovarmi Bobo Craxi, che è un vecchio amico ». Il figlio di Bettino, ex sottosegretario agli Esteri con D’Alema, guida Area socialista, la componente del Psi che ha disertato l’ultimo congresso e che, in opposizione a Riccardo Nencini, organizza la battaglia del No al referendum. Di questo hanno parlato nell’incontro con il presidente di Italianieuropei.
«Non ho esercitato alcuna pressione su Tomaso Montanari di cui sono amico ed estimatore. Ho parlato con lui che mi ha chiesto un consiglio e ho ritenuto di dirgli che un suo impegno per Roma sarebbe certamente positivo per la città. Opinione che confermo». D’Alema dunque conferma anche di aver invitato il critico d’arte ad accettare la corte dei grillini visto che sono stati loro ad offrirgli l’assessorato alla Cultura. Grillini che nella capitale sfidano al ballottaggio di domenica Roberto Giachetti, il candidato del Pd impegnato in una difficile rimonta.
D’Alema arriva poi alla «famosa riunione di lunedì nella sede della Fondazione Italianeuropei ». L’ex premier ammette «uno scambio di battute che non si possono considerare nè dichiarazioni di voto nè annunci di programmi politici». Le “battute” dunque ci sono state, così come le abbiamo riportate nell’articolo di mercoledì. D’Alema ricorda la “confessione” del senatore Quagliariello, ma Repubblica ha contattato altre due fonti presenti alla riunione, che hanno confermato, alla virgola, le parole dell’ex segretario dei Ds compresa la “battuta” sul voto a Virginia Raggi.
«Qualsiasi persona di buon senso capisce, che se si vuole sostenere un sindaco, lo si fa con dichiarazioni e iniziative pubbliche, non con battute sul pianerottolo », dice D’Alema. Infatti l’ex segretario dei Ds, ex premier del centrosinistra, ex ministro degli Esteri dell’Ulivo e fondatore del Pd non ha fatto dichiarazioni di sostegno per il candidato dem Giachetti. Tutt’altro. «In questi giorni ho deciso di astenermi da qualsiasi considerazione critica proprio per evitare polemiche». Significa che la sua “critica” a Giachetti, considerato non all’altezza del Campidoglio, permane. «Una plateale scorrettezza giornalistica, fatta forse per compiacere i capi del mio partito, è diventata un danno per il Pd — conclude D’Alema —, a conferma che scorrettezza e stupidità spesso vanno di pari passo». Ma persino la smentita dell’ex premier conferma la totale correttezza di Repubblica.
Non è un caso che Matteo Orfini, presidente del Pd, lo abbia sfidato ieri a volantinare per Giachetti in questi ultime ore di campagna elettorale. E il vicesegretario Lorenzo Guerini abbia detto: «Sono sicuro che presto ci sarà una dichiarazione di D’Alema a sostegno di Giachetti». Anche il suo partito, dunque, si aspetta una vera smentita.