Repubblica 16.6.16
Al Csm l’allarme tribunali. Orlando: faremo i concorsi
Il ministro risponde all’ultimatum del plenum del Consiglio “Un bando per duemila tra cancellieri e amministrativi”
di Liana Milella
ROMA.
Un nuovo concorso per assumere duemila cancellieri. È questa la carta
segreta cui sta lavorando il Guardasigilli Andrea Orlando. Una boccata
d’ossigeno con l’immissione di energie fresche, cioè proprio quello che
in questi giorni stanno chiedendo presidenti di Tribunali e Corti di
appello, e capi delle procure in un’allerta collettiva che ha raggiunto
sia il ministero della Giustizia che il Csm. Dice Orlando: «Quest’anno,
complessivamente, entreranno negli uffici 2.200 persone, frutto della
mobilità da altri uffici. Si tratta dell’iniezione più significativa
dopo anni in cui non c’è stato il minimo ricambio». Ma Orlando guarda
più in là, al nuovo concorso per 2mila persone, per il quale si sta
battendo anche con Palazzo Chigi.
È questa la sua risposta, non
senza qualche polemica, all’ultimatum del Csm. La delibera di quattro
pagine – anticipata ieri da Repubblica - in cui si chiede di «indire con
urgenza nuovi concorsi straordinari» non solo per i cancellieri ma
anche per i magistrati – è stata approvata ieri dal plenum del Consiglio
all’unanimità e dopo un rapidissimo dibattito. Preceduto però da un
focoso scambio di telefonate tra via Arenula e palazzo dei Marescialli.
Perché da un lato Orlando rivendica di non essere stato affatto con le
mani in mano da quando è ministro, e il Csm ribatte di essere diventato
il destinatario di una lunga serie di proteste dai vertici degli uffici
giudiziari.
Si parlano a lungo il vice presidente del Csm Giovanni
Legnini e il ministro. Cercano di evitare fratture, ma quando è sera,
durante un dibattito sulla giustizia organizzato dal Foglio, Orlando non
riesce a nascondere il suo malumore. Tant’è che, entrando in sala, dice
ai cronisti che gli si fanno intorno: «Eh già, l’ultimatum del Csm...
La verità è che loro sono arrivati per ultimi, mentre quello del
personale è il mio incubo da due anni». «La mancanza di amministrativi è
la priorità della giustizia italiana, altrimenti riforme, buone
pratiche e sforzi organizzativi sono destinati a non produrre gli
effetti sperati» dice Legnini la mattina durante la discussione della
delibera. Aggiunge: «Si è speso non poco, ma i risultati non sono finora
soddisfacenti». Luca Palamara e Francesco Cananzi, i presidenti delle
commissioni sesta e settima, Riforme e Organizzazione giudiziaria, che
hanno preparato il testo, sempre rivolti a Orlando insistono: «Bisogna
investire di più sulla giustizia per superare questa situazione di
collasso».
Quanto basta per spingere il Guardasigilli a una
replica dal sapore decisamente polemico. «Il Csm si è accorto del
problema del personale perché un autorevole magistrato come il
procuratore di Torino Armando Spataro ha posto il problema. Con Legnini
ne abbiamo parlato più volte (l’ultima venerdì scorso, dopo che Legnini
aveva incontrato anche Mattarella, ndr.)». Poi Orlando mette i puntinoi
sulle “i”: «Il Csm se ne accorge adesso, io al ministero me ne occupo da
due anni. Tant’è che abbiamo misurato le performance dei tribunali,
sappiamo che 20 lavorano meglio di quelli omologhi in Europa, che 80
vanno così così, che 19 vanno malissimo. Io ho scelto di visitare
proprio quelli più in difficoltà. E ho scoperto che 7 di questi, pur
essendo ad organico di personale pieno, vanno male lo stesso. Quindi ne
ho dedotto che sono stati diretti male da chi c’era prima al vertice
degli uffici, oppure sono diretti male adesso». E qui parte l’ultimatum
di Orlando al Csm: «Il Consiglio deve scegliere bene i capi degli
uffici. Noi faremo il reclutamento straordinario, ma non basta. Se a
fronte di investimenti, 159 milioni per l’informatica quest’anno contro i
75 del 2015, la situazione non migliora, ciò è frutto di discutibili
capacità organizzative ».
Ma due magistrati come il primo
presidente della Cassazione Gianni Canzio e il procuratore di Torino
Spataro sono convinti che la mancanza di personale è esiziale. Canzio,
che fa citare espressamente la Suprema Corte nella delibera del Csm per
un buco di personale del 30%, descrive un ufficio «in grande affanno,
con 80mila ricorsi nuovi e 140mila pendenti, e in vista del lavoro
straordinario per il referendum». Spataro conferma la sua denuncia:
«Vedo le difficoltà del governo, ma è un grosso vulnus alla democrazia
non consentire che la magistratura sia dotata di strutture e di
personale». Poi una stoccata a Renzi: «Chi guida il Paese deve evitare
di usare i 140 caratteri che il tweet richiede e invece deve
confrontarsi».