Repubblica 11.6.16
Dai congressi ai seminari ecco i medici con lo sponsor
Il 65% delle associazioni finanziate da case farmaceutiche. E Big Pharma ci guadagna
di Michele Bocci
La
formazione dei medici con lo sponsor. Le aziende farmaceutiche
finanziano la gran parte dei congressi, dei simposi e dei seminari delle
società scientifiche, quelle che tra l’altro scrivono le linee guida
per la cura delle malattie, decidendo quali medicinali e trattamenti
vanno utilizzati. L’invadenza di Big Pharma quando si tratta di incontri
scientifici è nota, ma ora è sancita da una ricerca uscita sul British
Medical Journal. Un gruppo di giovani, specializzandi e specialisti,
della società di igiene e medicina preventiva ha studiato i siti delle
associazioni di specialisti. Il nostro Paese ha un numero record di
queste realtà, così alto che non si è nemmeno in grado di quantificarlo
con precisione. Secondo alcuni, compresa la federazione degli Ordini dei
medici, potrebbero essere addirittura 500, ovviamente con una lunga
serie di “doppioni”. Ad esempio ce ne sono almeno 3 di pneumologia, 6 o 7
di cardiologia, 4 di dermatologia. Se si valutano solo quelle più
grandi, sono generalmente due per specialità, una ospedaliera e l’altra
universitaria, con una impostazione tutta italiana, visto che in altri
Paesi i numeri sono molto più bassi.
Per avere un dato certo, i
ricercatori hanno preso in considerazione gli iscritti alla Fism, la
Federazione delle società scientifiche. Delle 154 registrate, ne sono
state valutate 131. Ebbene, i siti web rivelano come il 65% delle
società hanno avuto una sponsorizzazione per l’ultimo congresso. Un dato
che non dà certezza sul fatto che il 35% rimanente non abbia comunque
ricevuto contributi, che per un congresso di medie dimensioni, da
300-500 persone riunite tre giorni, viaggia tra i 50 e i 100mila euro. I
soldi servono a pagare i relatori e a dare vitto e alloggio agli
ospiti. In meno del 5% dei siti valutati era pubblicato un codice etico
dedicato anche al conflitto di interessi. Poca trasparenza, almeno sulla
Rete, anche riguardo ai bilanci, pubblicati nel 6% dei casi. Lo studio
sta facendo parecchio rumore nel mondo medico e la Fism annuncia di aver
scritto al British Medical Journal per segnalare che contiene errori e
imprecisioni.
«Abbiamo avviato questa ricerca perché ci siamo resi
conto che quando volevamo organizzare i nostri incontri scattava
l’automatismo della ricerca dello sponsor — dice uno degli autori,
Alessandro Rinaldi — Si possono fare congressi con meno soldi, magari
rinunciando a cene di gala e hotel costosi». Tra chi critica più
duramente la ricerca c’è la Fism. Il presidente Franco Vimercati spiega
che «ci sono varie imprecisioni nello studio. Riguardo alle
sponsorizzazioni, è tutto previsto dalle norme sugli eventi di
formazione. I soldi non possono essere usati per far parlare persone
scelte dall’industria e più in generale il privato non deve condizionare
i contenuti. Poi deve esserci trasparenza sui finanziamenti ». Per
Vimercati un modo per avere meno bisogno delle case farmaceutiche ci
sarebbe. «Il contratto dei medici prevede che l’1% del loro stipendio
vada in un fondo per la formazione. Purtroppo le Asl spesso usano quel
denaro per altro. Se ci dessero i nostri soldi non avremmo bisogno di
sponsor». Riguardo alla gran quantità di società scientifiche, Vimercati
spiega: «Se la pluralità è regolata ben venga, perché evita che
comandino in pochi. Io parlo per gli iscritti alla nostra federazione,
dei quali conosciamo caratteristiche e bilanci ». I quali sono
sostenuti, quando si tratta di fare i congressi, da Big Pharma.
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In Italia è record di società scientifiche: 154 Sono loro a decidere i medicinali da adottare