La Stampa 9.6.16
È a Roma che si gioca il duello mortale fra Pd e M5s
di Marcello Sorgi
Il
duro scontro in aula alla Camera, ieri, tra Pd e 5 stelle conferma che
sarà questo il motivo conduttore della campagna per i ballottaggi.
Sebbene a Milano la partita sia tra centrosinistra e centrodestra, la
sensazione è che sarà soprattutto il secondo turno nella Capitale a
riflettersi sui nove giorni in cui i tre protagonisti della tornata
elettorale si giocano tutto.
Nel centrosinistra la tendenza sembra
quella di tenere separata l’attività del governo dalle iniziative dei
candidati. Renzi avrà un’agenda italiana molto affollata la prossima
settimana, giovedì 16 celebrerà con un «no tax day» l’anniversario del
taglio delle tasse sulla casa e parlerà di altre riduzioni fiscali che
potrebbero entrare nella prossima legge di stabilità; poi si sposterà a
Lucca per partecipare a un grande convegno sul volontariato e sul terzo
settore, ambiti in cui si muove una parte del voto cattolico moderato
che il Pd vorrebbe riagganciare, in vista del 19 giugno. Nel frattempo,
almeno a Milano, Sala continuerà la sua campagna porta a porta, cercando
di smarcarsi dall’identità di candidato del governo, proprio perché una
parte dei voti mancanti, sia nel centrosinistra che in quella parte di
centrodestra che avrebbe potuto essere conquistata, ha motivazioni
antigovernative e per certi aspetti anche antirenziane.
A Roma
invece sarà più difficile perseguire la strategia del «muoversi separati
per colpire uniti» perché il Movimento 5 stelle ha scelto come bersagli
il premier e le persone a lui vicine e va avanti con un ritmo
martellante, come dimostra l’acido blog di Grillo mirato contro il
presidente del Pd, e commissario del partito a Roma, Orfini. Mentre la
Raggi e i suoi consiglieri ripetono da mattina a sera lo slogan del «Pd
principale responsabile di mafia capitale», Giachetti è stato al centro
di una specie di processo improvvisato nell’aula della Camera, in cui i 5
stelle lo accusavano di avvalersi dei servizi di Montecitorio, in
quanto vicepresidente, anche durante il periodo elettorale, cioè in
pratica di fare la campagna a spese del contribuente. Accuse rispedite
al mittente alla fine di uno scontro che ha fatto temere la sospensione
dei lavori. Giachetti ha ribattuto che alla Camera svolge solo il ruolo
di coordinamento dei lavori per cui è stato eletto e non è stato assente
malgrado i suoi impegni di candidato.
Il ballottaggio, dicono
tutti, è un’altra cosa rispetto al primo turno. Molto si giocherà
sull’affluenza, in genere più bassa al secondo turno, e non certo
favorita dalla scelta di una domenica estiva.