La Stampa 8.6.16
Il tripolarismo incognita con le alleanze incrociate
di Marcello Sorgi
L’alleanza
che si delinea tra Movimento 5 stelle e Lega, grazie alla disponibilità
espressa da Salvini di offrire i propri voti a Virginia Raggi e a
Chiara Appendino per il secondo turno delle amministrative, rivela
quanto possa influire sui ballottaggi il nuovo quadro politico
tripolare, che dal 2013 ha sostituito il bipolarismo
centrosinistra-centrodestra della Seconda Repubblica. Mentre la Raggi,
favorita per la vittoria nella Capitale, cerca appoggi a destra e
annuncia due settimane di campagna elettorale tutta giocata sulla
sicurezza e sul decoro urbano nelle periferie romane che la hanno
premiata, anche la Appendino, seconda con dieci punti di distacco da
Fassino a Torino, potrebbe colmare il divario che la separa dal sindaco
con l’appoggio di una parte della destra piemontese. Dai vertici M5S,
purché non si parli di trattative e accordi espliciti, è arrivato subito
un via libera. E non è dato sapere, ma non è neppure escluso, se allo
stesso modo emergerà una disponibilità stellata a restituire il favore
in una città come Bologna, dove in ballottaggio contro il sindaco Merola
del Pd c’è la leghista Borgonzoni e le liste M5S hanno ottenuto il 10
per cento dei voti.
Ma se Salvini s’è deciso a fare un appello a
favore dei 5 stelle è anche perché avverte una spinta dal basso del
proprio elettorato per giocare in modo nuovo, con le mani libere da
vincoli della vecchia coalizione di centrodestra, del resto già
consumata dalla rottura avvenuta a Roma sulla doppia candidatura di
Marchini e Meloni e sui pochi voti che avrebbero consentito alla leader
di Fratelli d’Italia di entrare in ballottaggio al posto di Giachetti.
Analogamente
anche il Pd potrebbe cercare di attirare voti centristi o di
centrodestra. Il pensiero corre a Marchini, con cui Giachetti ha negato
finora di cercare intese, ma il cui elettorato non avrebbe nulla da
guadagnare dalla vittoria della Raggi con l’appoggio dei voti salviniani
e meloniani. Ma contro questa ipotesi c’è già una levata di scudi della
minoranza Pd, in testa il governatore della Toscana Rossi che sarà
avversario di Renzi al prossimo congresso del Pd. Come dimostra Napoli,
dove l’appoggio dei verdiniani alla sconfitta Valente è stato esplicito,
le intese sinistra-destra portano molti meno voti di quanti ne fanno
perdere, sostengono i bersaniani. Un avvertimento che rende più
difficile replicare dall’altra parte lo schema di gioco trasversale
messo in atto da Raggi e Salvini.