martedì 7 giugno 2016

La Stampa 7.6.16
Ma il vero incubo è l’astensione
Affluenza in calo in tutta Italia
Solo Roma in controtendenza grazie al boom della Raggi
di A.L.M.

Gli italiani sono sempre meno interessati a recarsi alle urne. Portarli al voto il 5 giugno, durante il primo ponte quasi estivo, ha fatto il resto. E proprio la scelta di questa data ha sollevato le critiche di molti candidati a sindaco, soprattutto degli schieramenti d’opposizione, che avevano chiesto al governo di tenere aperti i seggi anche il lunedì. Come nelle tornate precedenti. Rimane il fatto che l’astensione, temuta e annunciata, continua a crescere inarrestabile, confermando il trend negativo delle ultime elezioni.
Il dato è chiaro: al primo turno delle comunali, l’affluenza si è fermata al 62,14%. Il calcolo è stato effettuato su 1274 comuni, sui complessivi 1324, esclusi quelli del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia. Un dato diffuso dal Viminale: rispetto alle precedenti amministrative il divario è di oltre 5 punti, quando alle urne si erano presentati il 67,42% degli aventi diritto. Un calo è particolarmente marcato al Nord: quasi 13 punti a Milano, 11 a Bologna, 9 a Torino. A Napoli sono andati a votare il 6% in meno.
In controtendenza invece Roma: il 57,13% rispetto al 52,8 del marzo 2013. Una controtendenza forse spiegata con la voglia di esprimere un voto anti-partiti a favore della candidata 5 Stelle Virginia Raggi. Nella città di Mafia capitale molti scontenti sono stati attirati ai seggi.
A Cagliari alla chiusura dei seggi aveva votato il 60,19%, rispetto al 71,44 delle precedenti amministrative. Il più disincantato è il Nord del Paese, anche in città dove in genere l’affluenza è storicamente alta. A Bologna, per esempio, il calo è robusto: dal 71,4 al 59,7%. Hanno votato 179.605 elettori rispetto ai 300.586 aventi diritto. Torino scende dal 66,5 al 57,2. Milano cala dal 67,4 al 54,6%. Nel capoluogo lombardo complessivamente gli elettori erano 1.006.701, ai seggi si sono presentati 550.353. Alle precedenti comunali del 2011 (ma si votava anche il lunedì mattina), l’affluenza era stata del 67,6%. «Il primo turno ha evidenziato un sensibile e preoccupante calo dell’affluenza che debba preoccupare tutti», ha detto il sindaco uscente di Milano Pisapia, il quale si augura che in vista dei ballottaggi i due candidati «parlino ai milanesi delle questioni che li riguardano direttamente».
L’istituto Cattaneo spiega che i segnali di una minore affluenza c’erano tutti: da quelli meno politici (la possibile smobilitazione per il ponte del 2 giugno) al basso profilo della campagna elettorale. In comuni anche importanti si è notata soprattutto l’assenza di leader politici nazionali. Un fenomeno preoccupante per la presidente della Camera Laura Boldrini. Le forze politiche devono «riflettere» sull’astensionismo: «Alla vigilia si temeva anche peggio, ma l’astensionismo c’è comunque stato e nelle grandi città il calo dell’affluenza è stato più consistente. Questo è un dato che le forze politiche devono tenere presente, che deve essere oggetto di riflessione».