lunedì 6 giugno 2016

La Stampa 6.6.16
Dalla Svizzera il 77% di no al reddito di cittadinanza
di Luigi Grassia

Il futuro del mondo non è in gioco solo con le elezioni americane o con il rischio di Brexit. Anche nel referendum che c’è stato ieri in Svizzera, quello sul reddito minimo di cittadinanza garantito a tutti, si è votato su un tema di fondo, anzi è probabile che proprio quell’argomento si riveli il più importante di tutti a lungo termine.
Stavolta il quesito referendario elvetico non è passato, e forse neanche i promotori speravano di riuscirci al primo colpo, ma non è stata una di quelle stravaganze su cui a volte si vota in Svizzera in nome di una democrazia diretta spinta agli estremi, tipo il referendum su «Sentieri e viottoli» di qualche anno fa. Sempre più economisti lanciano l’allarme su una società mondiale che si va divaricando fra pochi ricchi e milioni di persone che non riescono a trovare lavoro e non avranno la possibilità di trovarne, anche per l’avanzata dei robot. Come si garantirà la legittimità politica in una società del genere? Basterà dire alla gente che deve morire di fame perché così ha deciso il «mercato»? O sarà necessario comprarne il consenso con un’adeguata redistribuzione dei redditi?
La questione resta aperta anche dopo che la Svizzera ha bocciato il reddito di cittadinanza. Il 76,9% ha votato «no». Promosso da un comitato indipendente, il referendum chiedeva alla Confederazione di istituire un reddito minimo affinché tutta la popolazione potesse «condurre un’esistenza dignitosa» anche senza lavorare. Nessuno dei 26 cantoni ha approvato questo testo.
Nel referendum non si specificava un importo preciso, delegando la questione al legislatore, ma i promotori avevano ipotizzato la somma di 2.500 franchi al mese per gli adulti (circa 2.250 euro) e di 625 franchi per i minorenni. Questo dalla nascita alla morte. L’assegno sarebbe stato versato indipendentemente dal reddito e dalla situazione patrimoniale dei beneficiari, e avrebbe sostituito ogni altra forma di provvidenza sociale, rendendola superflua. Di sicuro se ne parlerà ancora.