La Stampa 6.6.16
Raggi oltre le previsioni
“Per noi un messaggio chiaro e storico”
Esplode la gioia al quartier generale all’Ostiense: siamo diventati il primo partito della capitale, e corriamo da soli
di Maria Corbi
«Sono
pronta a governare Roma». È una Virginia Raggi felice quella che parla
poco prima delle due di notte al comitato elettorale, quartiere
Ostiense. La sua mission sembra a portata di mano: «E’ solo il primo
tempo ma potrei diventare il primo sindaco donna della capitale grazie
alla fiducia di tante persone che credono al nostro progetto di governo
serio e trasparente. A Roma il vento sta cambiando, le restituiremo il
suo splendore».
L’entusiasmo esploso della notte era iniziato con
le prime proiezioni che davano Raggi tra il 37 e il 38 per cento,
Giachetti tra il 21 e il 24 per cento, tallonato dalla Meloni. Ci sono
Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi, Alberto Airola e il
vicepresidente della Camera Luigi Di Maio rientrato appositamente da
Napoli per seguire lo spoglio perché è a Roma che il Movimento gioca la
sua partita più importante. Sorridono alle prime percentuali, parlano
tra loro commentando che «certo se il distacco con Giachetti supera i
dieci punti allora....». Puntini di sospensione in cui c’è l’obiettivo
più ambizioso, la presa del Campidoglio, della città cuore del sistema
che vogliono smantellare.
E Di Battista è il primo a infrangere la
consegna della cautela, quando è chiaro ormai che il M5S vola sopra il
cupolone, con oltre il 37 per cento dei consensi. «Siamo la prima forza
politica della capitale, Renzi deve prenderne atto», dice. «E adesso
dobbiamo riuscire a vincere, ma saremo soddisfatti ancora di più quando
riusciremo a far funzionare bene la città».
Lei, Virginia, aveva
annunciato cautamente l’arrivo al comitato per l’una di notte, ma quando
escono le prime proiezioni eccola sulla sua utilitaria grigia,
sorridente, senza seguito, e senza quella sua aria solita aria
diffidente. È decisamente di buon umore. Viene accolta come un’eroina
dai suoi colleghi, emozionati, la abbracciano. Adesso ci sperano
veramente. Le previsioni sono più rosee del previsto. «Giachetti? A
questo punto non ci spaventa». Si fa fatica a mantenere sedato
l’entusiasmo. Anche se si commentano i dati che arrivano da Napoli e
Milano che non sono promettenti. Lombardi, Di Maio, Di Battista si
stringono a Virginia. «Questo a Roma non è stato un voto di protesta»,
precisa Di Battista, «è buona politica». «E le infamità dette su
Virginia non hanno influenzato i romani». Arrivano anche Paola Taverna,
Giorgio Sorial, il capogruppo alla Camera, Michele Dell’Orco, Massimo
Castaldo. «L’importante è prenderci Roma». Che la sia una serata
fortunata si capisce anche dai giornalisti, tanti stranieri, che
continuano ad arrivare in questo pizzo di Roma sud.
La Raggi ha
passato il pomeriggio a casa con il figlio e serata con gli amici in
pizzeria. In mattinata era tornata da Trento dove al festival
dell’Economia ha parlato di periferie e quindi anche di Roma, nonostante
il silenzio elettorale. Della rinascita di Corviale, ma anche dei
Parioli, due realtà agli estremi della scala sociale, accostate in
maniera bizzarra. «Le periferie non sono solo un luogo geografico», ha
spiegato in maniera criptica.
Una lunga notte per Virginia
«fiduciosa per una sfida che sembra ormai a portata di mano». Ed è
l’occasione per dire che annuncerà i nomi degli assessori prima del
ballottaggio, deciso da lei e dal suo staff, Sarebbe la prima sindaco
donna della capitale, una duplice vittoria per lei definita dal giornale
britannico Guardian una «raffinata figura politica» che segna «in
Italia un importante punto di svolta per il partito ed è un segno che
questo potrebbe andare oltre Grillo. Sarebbe anche una sconfitta
umiliante per il primo ministro del Pd Matteo Renzi». È veramente una
notte stellata per il movimento.