La Stampa 6.6.16
Appendino spaventa Fassino. Sarà ballottaggio
I Cinque Stelle puntano a diventare primo partito Morano supera Napoli, sprofonda la sinistra
di Andrea Rossi
Si
diceva che con un’affluenza inferiore al 54% Piero Fassino avrebbe
potuto confermarsi sindaco di Torino già al primo turno. Ha votato il
57% dei torinesi - dato comunque molto basso - e sarà ballottaggio: il
leader dei sindaci contro Chiara Appendino, la Giovanna d’Arco grillina,
il Pd contro il Movimento 5 Stelle che da ieri è il primo partito a
Torino.
Due notizie - il secondo turno e il sorpasso tra le liste -
che avranno fatto precipitare l’umore di Fassino. Che, sì, negli ultimi
giorni aveva sperato di chiudere subito la partita. E invece si
confronta con numeri - aggiornati alle tre meno venti ieri notte-
inferiori alle più pessimistiche previsioni: il sindaco viaggia al
40,62% con 199sezioni su 919 scrutinate. La sua rivale è al 31,84%. Ma,
soprattutto, il Movimento è al 31,09%, primo partito in città. Quanto al
Pd, è una discesa agli inferi: dal 39 delle regionali 2014 al 29,03 di
oggi.
Da qui si partirà tra due settimane: ciascuno dovrà
trascinare il proprio popolo alle urne e fare breccia nel cuore di chi
stavolta ha guardato altrove. A cominciare da Alberto Morano, il notaio
che ha vinto la partita interna al centrodestra. Sembrava un po’
dimesso, e pure poco allineato ai partiti che lo appoggiano, Lega e
Fratelli d’Italia, con quei suoi ragionamenti sugli immigrati da
includere e integrare. Invece con l’8,46% doppia sia Roberto Rosso
(5,23%), sia Forza Italia e il suo candidato Osvaldo Napoli, fermi al
5,38%. Per quel che resta della creatura di Silvio Berlusconi è il
minimo storico; per il centrodestra, il marchio della disfatta: uniti si
sarebbero spinti al 19%, lontani anni luce dai Cinque Stelle e dal
ballottaggio.
L’altra grande incognita riguardava Giorgio Airaudo,
l’ex sindacalista della Fiom, oggi deputato di Sel, alla guida di un
progetto di sinistra alternativa al Pd. A Torino più che altrove (con
l’eccezione di Napoli, una enclave a sé) si misurava la capacità di una
sinistra sganciata dal Pd di costituirsi come soggetto politico autonomo
e di una certa consistenza. Il risultato è un mezzo fallimento: 3,39%. E
certifica altri due fattori: la sinistra non sarebbe stata decisiva per
far vincere Fassino al primo turno e non lo sarà nemmeno tra due
settimane nel far pendere la bilancia dalla parte del sindaco o di
Chiara Appendino.
Ha votato il 57% degli elettori; cinque anni fa
eravamo al 66,5%, alle regionali di due anni fa al 62,8%. Per lunga
parte della giornata Torino è stata - tra le più importanti città
chiamate alle urne - quella con l’affluenza inferiore. Solo in serata il
dato è salito.