il manifesto 6.6.16
Il «complotto» funziona, 5 Stelle primo partito
Verso il ballottaggio. Più voti delle politiche. Più di duecento giornalisti accreditati, il comitato sposta le troupe in strada
di Giuliano Santoro
ROMA
Nonostante l’affluenza in ascesa rispetto a tre anni fa ma non proprio
alta, e una carica «anti-politica» che va oltre la stessa capacità
elettorale del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi è in netto vantaggio
nella corsa delle elezioni comunali romane.
La sua battaglia per
il Campidoglio, nonostante i dissidi all’interno dei pentastellati e una
qualche difficoltà a raccogliere fondi, pareva iniziata in discesa di
fronte alla lotta fratricida dei candidati del centrodestra, alla lenta
partenza di Roberto Giachetti.
Raggi, invece l’aveva spuntata
contro il collega Marcello De Vito dopo la consueta consultazione online
tra grillini. Ha preso in mano il pallino del M5S. Ancora una volta
previo sondaggio in rete, ha stabilito le sue priorità programmatiche:
il traffico e la mobilità, il «decoro» e la pulizia urbana e la
trasparenza degli atti amministrativi. E poi la promessa, rinnovata
anche di fronte alle domande di questo giornale, di opporsi ad ogni
privatizzazione. Ancora, la Raggi ha adoperato parole selezionate: la
costruzione del suo discorso in queste settimane ha avuto l’obiettivo di
non spaventare nessun elettore e proporsi come portatrice del
rinnovamento in nome dell’ «onestà». Ciò non le ha impedito di stabilire
un’ interlocuzione, seppure da posizioni fermamente legalitarie, coi
movimenti sociali che le chiedevano risposte circa la gigantesca
operazione di sgomberi e rimessa a bando degli spazi sociali che da
decenni costituiscono la spina dorsale del welfare dal basso di una
città fiaccata dalla crisi dei suoi asset principali (il commercio, il
mattone selvaggio e il pubblico impiego).
La (presunta) rimonta di
Giachetti era stata annunciata con la forza della disperazione dai
dirigenti del Pd un paio di settimane fa, all’indomani dello scivolone
di Raggi circa la disponibilità a dimettersi di fronte a una richiesta
del «garante» Grillo.
Il dato del 36, 2 per cento delle proiezioni
sembra andare persino oltre il trionfale risultato romano delle
politiche del 2013 (27, 27 per cento alla Camera), quando però
l’affluenza era stata molto più alta.
La giornata campale di Raggi
è cominciata alle 13, quando è atterrata a Fiumicino, di ritorno dal
Festival dell’economia di Trento. Un rapido passaggio a casa e poi a
votare al suo seggio nel quartiere Ottavia. Qui ha risposto ai fotografi
che l’attendevano al varco contro-fotografandoli col telefonino, lo
strumento simbolico della partecipazione virtuale grillina. Le ore che
la separavano dai primi risultati si sono consumate al coworking di via
Tirone, ai piedi del gasometro di Ostiense, che solo nelle ultime
giornate è stato scelto come base e quartier generale. E che non ce l’ha
fatta ad accogliere i quasi duecento cronisti accreditati e
l’entusiasmo dei sostenitori: tutti si sono spostati in mezzo alla
strada.
La percezione che l’astensione avrebbe penalizzato
soprattutto Raggi era diffusa soprattutto nel direttorio grillino, tanto
che un peso massimo, in termini di contatti e capacità comunicativa,
come Alessandro Di Battista ancora nel tardo pomeriggio di ieri aveva
sentito la necessità di mobilitare la base: «È assurdo che una minoranza
decida per la maggioranza degli italiani – ha affermato con enfasi Di
Battista su Facebook – Andate a votare, anche perché se non si danno
certi segnali poco a poco ci toglieranno anche la possibilità di farlo.
Dipende tutto da noi».
«Andiamo avanti per la nostra strada»dice
Raggi quando le si chiede del secondo turno. A ripercorrere la serie
storica dei ballottaggi del Movimento 5 Stelle, parrebbe agevole la
conquista del Campidoglio: i grillini hanno sempre fatto il pieno dei
voti che nel primo turno erano andati agli altri candidati, a conferma
della loro capacità di raccogliere consensi trasversali. Come e se i
romani continueranno a seguire le indicazioni dei partiti al secondo
turno, è la posta in gioco della partita appena iniziata.