lunedì 6 giugno 2016

La Stampa 6.6.16
Poletti: sì a pensioni in anticipo. “Confronto con i sindacati”
Il ministro: nella manovra un piano per il sociale. Giù i costi sul lavoro stabile
di Giuseppe Bottero

La flessibilità sulle pensioni ci sarà, e le misure che consentiranno di lasciare il lavoro in anticipo saranno discusse assieme ai sindacati, con cui, dopo mesi di gelo, s’è riaperto il dialogo. Giuliano Poletti è al Festival dell’Economia di Trento per ragionare di robot e del loro impatto sull’occupazione ma, inevitabilmente, si finisce a ragionare sulla manovra d’autunno. Il ministro del Lavoro non scopre le carte, ma conferma l’intervento sulla previdenza, che sarà sul tavolo dell’incontro con le parti sociali, il prossimo 14 giugno. «Non c’è un proposta definita anche perché l’impegno che ci siamo assunti è quello di un confronto vero», dice.
Le ipotesi sul tavolo
Allo studio ci sono varie ipotesi, nelle quali Poletti però non si addentra, che prevedono un certo grado di “discrezionalità” per il lavoratore, visto che potrebbero entrare in gioco anche le risorse accantonate nei fondi pensione per ridurre l’entità del prestito da restituire, e che dovrebbero essere a costo zero o quasi per chi invece una occupazione l’ha persa e non la può più ritrovare.
La priorità di Poletti, però, «è non lasciare indietro nessuno». Non significa puntare sul reddito minimo - «o lo porta l’arcangelo Gabriele o deve essere prodotto da quelli lavorano», taglia corto - ma preparare un pacchetto di interventi che vadano a rafforzare le politiche sociali. Una sorta di “Social act”, visto che «dobbiamo sì fare un grande sforzo per la crescita» ma «bisogna anche dare una mano chi non ce la farà a salire sul treno della transizione». In futuro, «dovremo fare in modo che chi perde il lavoro non sia disperato se no la società non sta più insieme».
Il ministro è invece più cauto sulla possibilità di alleggerire le tasse sul lavoro: bisognerà decidere quale metodo utilizzare - se ancora una forma di decontribuzione o un taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo - «per continuare ad affermare l’idea che l’occupazione a tempo indeterminato, cioè stabile, deve costare di meno di quello precario».
La stretta sui voucher
Mentre il governo metterà subito mano ai voucher, introducendo «la prossima settimana» i correttivi che consentiranno la tracciabilità dei buoni lavoro e quindi una minore possibilità di abusarne, ci vorrà ancora qualche mese per capire l’orientamento sul lavoro. «In questo momento non sono in grado di dire se» un intervento sul cuneo fiscale, abbastanza impegnativo dal punto di vista delle risorse comunque sia strutturato, possa essere «alternativo» o portato avanti in parallelo alle ipotesi di riduzione dell’Irpef, tutto si deciderà «con la prossima legge di Stabilità», ribadisce. Perché il Paese cambi, però, non basta una legge, sorride il ministro. «Bisogna mettere in campo un cambiamento radicale a partire dalla cultura, e non c’è nessuna legge che possa farlo, nessuna legge cambia un Paese, lo cambia un obiettivo condiviso. E chi governa deve indicare questa strada e questo orizzonte». Anche scardinando una serie di atteggiamenti: la parola più usata in Italia, dice, è «difendere. Ma quando parti con l’idea di difendere, in un mondo che viaggia alla velocità della luce hai già perso».