sabato 4 giugno 2016

La Stampa 4.6.16
Folla da Atac e Ama: rappresentanti di lista per non lavorare
830 autisti e 400 spazzini: a Roma già un record elettorale
di Francesco Grignetti

La norma
La condizione di rappresentante di lista non dà un guadagno, ma 48 ore di agognato riposo dal lavoro. Chi ottiene da un partito la qualifica di rappresentante di lista dovrebbe poi stare ai seggi tutta domenica, anche se nessuno controlla, e lunedì ci si riposa

Saranno elezioni sicuramente molto ben monitorate, quelle di Roma. Dai ranghi delle Municipalizzate è in arrivo un esercito di oltre 1200 rappresentanti di lista. Autisti dell’Atac (830) e spazzini dell’Ama (oltre 400) hanno già avvertito la propria azienda di prepararsi a sostituirli nel turno domenicale e nel lunedì post-elettorale.
La condizione di rappresentante di lista non dà un guadagno, ma 48 ore di agognato riposo dal lavoro. Chi ottiene da un partito la qualifica di rappresentante di lista - da notificare al seggio o sabato pomeriggio o anche domenica mattina prima delle 7 - dovrebbe poi stare ai seggi tutta domenica, anche se nessuno ti controlla, e lunedì ci si riposa. Così andrà per un dipendente su dieci. Evidentemente, in due aziende dove si largheggia già con i permessi sindacali, e con l’assenteismo, a molti non è sfuggita quest’ennesima occasione di saltare il lavoro.
Le due aziende capitoline, alle prese con cronici disservizi, devono ora correre ai ripari. L’Ama mette in conto una spesa supplementare di straordinari festivi, dovendo richiamare in servizio chi non era previsto. L’Atac, invece, che comunque non potrà rimediare abbastanza autisti per sostituire tutti gli assenti giustificati, ha sospeso i permessi sindacali e quindi conta di mettere anche i sindacalisti al volante.
La storia, a dirla tutta, è ricorrente. Anche alle scorse elezioni amministrative del 2013, l’Atac fu costretta a mettere in permesso elettorale il 20% del personale viaggiante con i prevedibili disagi che questo comportò. Quest’anno va un pochino meglio, perché le 850 richieste di permesso elettorale rappresentano una percentuale del 9% sul totale degli 11.696 dipendenti. Il direttore generale Mario Rettighieri è dovuto comunque correre ai ripari «per limitare quanto più possibile i disagi in rete conseguenti alle attività di seggio dei dipendenti Atac». Di qui la sospensione dei permessi sindacali per domenica e lunedì, iniziativa concordata con il prefetto di Roma, Francesco Paolo Tronca, e che i sindacati non si sentono di criticare. «Se c’è l’esigenza di servizio, ci adegueremo», le laconiche parole di Claudia Porzi, Cgil. Si replicherà anche in occasione del ballottaggio.
All’Ama, a loro volta, sono in grande difficoltà. La città è in ginocchio dopo lo sciopero dei giorni scorsi, che ancora si fa sentire nelle strade; la domenica, peraltro, gli spazzini riescono a raccogliere soltanto 1500 tonnellate di rifiuti, la metà del necessario, con ricadute sul lunedì. Questa domenica elettorale andrà anche peggio. «Il numero dei rappresentanti di lista tra il nostro personale - commenta il presidente dell’Ama, Daniele Fortini - è abbastanza in linea con le tornate elettorali precedenti. Non c'è dubbio che alle amministrative, essendoci tante più liste, il fenomeno è più marcato».
La corsa dei dipendenti delle Municipalizzate a fare da rappresentante di lista racconta soprattutto l’alto grado di sindacalizzazione e di politicizzazione del personale. «Non per caso - commenta Riccardo Magi, segretario dei Radicali e capolista di una lista pro-Giachetti - noi stentiamo a trovare qualche rappresentante di lista e altri partiti, che in questi anni rappresentavano il potere a Roma, ne hanno a valanghe. È l’altra faccia delle assunzioni clientelari e della co-gestione sindacale dentro le Municipalizzate». «Mi piacerebbe che la gente continuasse a lavorare - dice anche un altro consigliere comunale uscente, Stefano Pedica, Pd - e che a fare i rappresentanti di lista, ma soprattutto gli scrutatori, andassero disoccupati e cassintegrati».