La Stampa 30.6.16
Confalonieri: Berlusconi torni alla politica e aiuti Renzi
I consigli del presidente Mediaset : “Riprenda il ruolo di leader di Forza Italia, il Paese ha bisogno di lui”
di Luca Ubaldeschi
«Berlusconi
si sta riprendendo bene», dice Fedele Confalonieri. E il sorriso di
sincera felicità per la convalescenza dell’amico di una vita diventa
anche sollievo per chi vuole allontanare le voci sempre più insistenti
di una sua gestione diretta di Forza Italia insieme con Gianni Letta e
Niccolò Ghedini: «Ma va’, tutte storie, non è vero niente».
Intendiamoci,
gli indizi che con l’ex premier in ospedale il presidente di Mediaset
sia in campo per mettere ordine, sono tanti. Anche durante questa
emergenza, però, lo stile resta all’insegna dell’understatement. Un
passo di lato, ma con idee e visione chiare. Al punto da sbilanciarsi:
«Penso che il Cavaliere debba tornare al suo ruolo di leader politico.
So che tanti che gli sono vicini non la pensano così, ma sono convinto
che il Paese abbia ancora bisogno di lui». Si dovrà vedere se la fatica e
lo stress della politica saranno compatibili con l’intervento al cuore:
«E’ stata un’operazione davvero impegnativa, ve lo immaginate che cosa
vuol dire essere squartati per un intervento al cuore? Però è andata
bene e la ripresa è incoraggiante. Guardi, conosco una persona di 75
anni che ha avuto lo stesso problema e dopo due mesi guidava l’auto.
Altri ci hanno messo di più, però tutti dopo 6 mesi stavano meglio di
prima».
Confalonieri non entra nel merito delle cronache che
parlano dello smantellamento del cerchio magico. Si concede solo una
riflessione sugli strapazzi affrontati da Berlusconi prima del malore -
«Hanno abusato delle sue forze, facendogli fare comizi anche in piccoli
centri quando già aveva problemi alla valvola mitralica» - e disegna un
futuro di Forza Italia molto diverso: «Immagino un partito strutturato
in maniera più tradizionale, con un’organizzazione chiara, un congresso
in cui far confrontare le varie posizioni. Un’arena in cui ci sia
competizione e faccia emergere i più capaci. Con Berlusconi a fare il
coach, un po’ come Antonio Conte». Calcio e politica, un legame
fondamentale nella storia dell’ex premier, anche oggi che la vendita del
Milan è quasi conclusa («Non seguo la trattativa, ma mi pare che ci
siamo. Questi cinesi stanno dimostrando di voler investire. Dopo 30 anni
fantastici di cui tre così così, il Cavaliere ha scelto per il bene del
Milan»). Ma si diceva del paragone con Conte: «Il ct della Nazionale si
è dimostrato un bravissimo leader. Con giocatori abbastanza normali, a
parte i difensori della Juve, sta ottenendo ottimi risultati. A Milano
c’è un proverbio che lo esprime bene, “anca i moron fann l’uga”, anche i
gelsi fanno l’uva».
Costruire una squadra politica vincente:
questa è la missione che il manager più fidato assegna a Berlusconi. Con
quale obiettivo? «Credo che in questa fase si debba sostenere il
governo. Il Cavaliere non la pensa così, ma io sarei per qualcosa che
somigli al Nazareno. Per fronteggiare i grandi problemi che abbiamo ci
vuole una base ampia. Chi, come noi, è di spirito liberale, in una fase
come questa deve pensare al dialogo. Non mi spingo a evocare la “grosse
koalition” alla tedesca, ma guardiamo soltanto a che cosa succede in
Spagna. Per uscire dalla paralisi i due partiti tradizionali dovranno
lavorare insieme, è l’unica strada». Le difficoltà che il capo del
governo ha dopo il voto per i sindaci e in vista del referendum
costituzionale non lasciano Confalonieri indifferente, anche se le sue
parole magari creeranno altri malumori dentro il Pd: «Ho sentito D’Alema
in tv, molto duro contro Renzi. Io invece dico che dovremmo dargli
ancora fiducia, in fondo non ha fatto male. Penso a esempio al Jobs Act.
E poi, con tutti i comunisti che ha tolto dalla scena, quelli di Forza
Italia dovrebbero ringraziarlo. Battute a parte, oggi governare è
diventata un’impresa complicata, come districarsi nel Labirinto di
Creta».
Ma questa è solo mitologia. «Oggi dobbiamo affrontare gli
attentati, le migrazioni, le tante crisi economiche e politiche».
Guardando al palcoscenico italiano, c’è un’altra questione che
Confalonieri pone sul tavolo per motivare le ragioni di un rinnovato
impegno di Berlusconi e del sostegno a Renzi, cioè le possibili
alternative: «Chi vota Cinquestelle o auspica collaborazioni con loro ha
letto i programmi che hanno? Penso al reddito di cittadinanza e agli
aumenti automatici di tasse che servirebbero per finanziarlo. È un
programma dirigistico e totalitario». A questo giudizio negativo non è
estraneo un interesse aziendale; Confalonieri non lo nega: «I limiti che
vogliono mettere alle televisioni sono incredibili, potremmo avere il
10% di un canale e basta. Un canale, si rende conto?».
L’appello
alla ragionevolezza il presidente di Mediaset lo estende anche alle
vicende europee e il dispiacere per la Brexit si unisce a un severo
giudizio sulla classe dirigente dell’Ue. «Il problema dell’Europa è che
si è allargata troppo. Mancano leader veri, dominano i funzionari,
piccoli burocrati che si perdono intorno ai regolamenti perdendo di
vista obiettivi più alti. L’Unione Europea ha garantito la pace e ha
svolto un ruolo importante fino a un certo periodo per lo sviluppo
economico e la libertà politica. Oggi personaggi inadeguati rischiano di
sprecare tutto». Il premier britannico Cameron pare iscritto di diritto
al club: «Per regolare i conti con quattro oppositori interni ha creato
questo enorme problema. Basta con la ricerca degli interessi personali o
di partito, deve prevalere un interesse generale e questo vale per noi
italiani che siamo la patria di Guicciardini e del “particulare”».
Servono
calma e attenzione ai veri valori. Calma a partire dalla gestione della
pratica Brexit: «D’accordo, hanno votato per andarsene, ma ci sono
procedure da seguire, una storia comune, non si può buttare Londra fuori
dalla porta in un istante, come fosse una cameriera sorpresa a rubare
in casa. Vero Juncker?». Secondo Confalonieri i valori fondanti, quelli
delle radici cristiane e dei principi illuministi e liberali, devono
continuare a essere la bussola per affrontare i vari problemi, a
cominciare da quello dei migranti: «E’ inaccettabile questa corsa a non
voler accogliere gente disperata. Invece che andarli a salvare in mare,
gli buchiamo i canotti? Certo, ci sono problemi di sicurezza e rapporti
con altre culture, ma la storia dell’Europa nei secoli è storia di
libertà e uguaglianza, l’Europa ha dimostrato di sapere superare le
lotte di religione, di classe e i tragici totalitarismi del Novecento».