La Stampa 29.6.16
Nemesi. Governare non paga
Podemos perde dove ha i sindaci
Nelle città guidate dagli Indignados le maggiori fughe di elettori
Erano
sei i sindaci portati in trionfo da Podemos nel maggio del 2015 nei
cosiddetti «Comuni del cambiamento». A un anno dal loro insediamento, il
bilancio elettorale piange
di Marco Bresolin
Governare
non paga. Anzi, costa parecchi voti. È una vecchia regola della
politica, che evidentemente colpisce anche chi è sceso in campo proprio
con l’intenzione di infrangere le vecchie regole. Prendiamo i sei
sindaci portati in trionfo da Podemos nel maggio del 2015 nei cosiddetti
«Comuni del cambiamento». A un anno dal loro insediamento, il bilancio
elettorale piange. È nelle città governate dai sindaci-Indignados che
Podemos registra le maggiori fughe di elettori. Un fenomeno che andrà
tenuto sotto controllo anche in Italia, dove città come Torino e Roma
hanno appena voltato pagina affidandosi alle sindache del Movimento
Cinque Stelle. Sia chiaro: Podemos e M5S sono due cose molto, ma molto
diverse. Però lo spirito, l’approccio e il profilo dei candidati -
soprattutto a livello locale - presentano diversi aspetti in comune.
Torniamo
in Spagna. Da Valencia a La Coruña, passando per Saragozza, Madrid e
Cadiz, il calo di votanti balla tra il 4,5% (Valencia) e il 5,9%
(Saragozza). Più contenute le perdite a Barcellona: nella città di Ada
Colau i numeri segnano solo una flessione dello 0,87%, ma questa è
l’ulteriore dimostrazione che i fenomeni socio-politici catalani seguono
strade totalmente diverse da quelle del resto della Spagna. Fatti due
conti, nelle sei città in cui governa, Podemos registra il 20% delle sue
perdite totali. Un’enormità. Il caso più clamoroso è quello di Madrid:
tra dicembre e oggi se ne sono andati 107 mila elettori. Manuela
Carmena, che guida la Capitale, respinge però ogni coinvolgimento. “Io
sono un sindaco indipendente e il Comune non ha partecipato alle
elezioni” dice con un pizzico di sarcasmo. “E poi io non ho fatto
campagna elettorale”. Quest’ultimo discorso è vero per Carmena, ma non
per gli altri sindaci: Ada Colau, così come Juan Ribó (Valencia), Pedro
Santisteve (Saragoza), José María Gonzalez (Cadiz) e Xulio Ferreiro (La
Coruña) sono stati in prima linea sul palco dei comizi di Unidos
Podemos. E tranne Ferreiro, gli altri erano candidati.
“Un anno di
sindaci del cambiamento, più aneddoti che fatti”, titolava il mese
scorso il quotidiano economico Expansión, che ha tracciato un bilancio
di governo in queste sei città. “I grandi progetti urbanistici avanzano
lentamente o addirittura indietreggiano - notava il giornale - mentre
Carmena istituiva corsi di cucina per bambini e inaugurava orti urbani”.
Perché i sindaci del cambiamento hanno subito fatto sentire la loro
presenza con iniziative simboliche, come i Re Magi donna nella Capitale o
i senzatetto sul palco d’onore nel Teatro di Cadiz. Ma anche a
Barcellona i dipendenti della società di trasporto pubblico sono scesi
in piazza per scioperare contro Ada Colau. Che forse un anno fa avevano
votato.