La Stampa 27.6.16
Se la protesta trova facili capri espiatori
di Giorgio Arfaras
Il
gran disagio che emerge nelle elezioni e nei referendum che si sono
appena tenuti ha un fondamento materiale. Per larghe fasce della
popolazione dei Paesi occidentali il tenore di vita è declinante. Il
disagio monta, mentre non si è ancora trovata una soluzione. Per molti
le élite sono ormai incapaci di trovare una soluzione e quindi vanno
sostituite.
Del disagio e della sostituzione si può dibattere in
modo pacato, ma esso si manifesta con un linguaggio diverso: il Moloch
che sacrifica gli Innocenti. Le élite politiche, asservite a quelle
finanziarie, sono indifferenti alla vita del popolo. Perché l’élite
politica sarebbe asservita a quella finanziaria? Quanti voti può
procurarle la finanza? Come fanno i politici a essere eletti con i voti
dei pochi finanzieri a danno dei molti cittadini? Il caso italiano
mostra come non si tratti di “asservimento”, ma di una complessa (e
giusta) cessione di controllo.
Una volta il debito pubblico era
detenuto dalle banche italiane. Esso era facilmente governabile, perché
le banche erano in gran parte pubbliche. Poi, il debito pubblico è
passato nelle mani delle famiglie. Esso era di nuovo facilmente
governabile, perché in cambio di rendimenti molto elevati, queste lo
sottoscrivevano. Si aveva un meccanismo di consenso semplice. La
politica governava il deficit e il debito prima attraverso le “sue”
banche e poi attraverso gli alti rendimenti. In questo modo non si
poteva formare un giudizio di merito sul debito italiano. Il Principe
non faticava per ricevere il consenso degli elettori, perché il debito
crescente si sarebbe poi scaricato sui “non nati”, che non votano.
Quelli che vogliono il ritorno della “sovranità” dovrebbero tener conto
che così ripristinano il meccanismo del Principe che spende senza
vincoli. Il meccanismo finanziario che frena la generosità del Principe
difende gli interessi di lungo periodo anche della “gente comune”.
Arriva
una ventina di anni fa il momento del “mercato”, nella doppia direzione
degli italiani che possono investire all’estero, e dell’estero che può
investire in Italia. I giudizi di merito si possono formare: qual è il
premio – il maggior rendimento richiesto - per detenere il debito
italiano rispetto a quello tedesco? Il Principe deve ora convincere che
il suo debito è sottoscrivibile. Deve varare delle politiche coerenti
nel tempo.
Se l’asservimento della politica alla finanza non regge
l’analisi, allora perché se ne parla? Per ragioni che possiamo definire
meta-economiche: la ricerca di una causa semplice che sostituisca la
faticosa ricerca di cause complesse: il “capro espiatorio”. L’élite –
finanziaria e industriale, ma anche una parte di quella intellettuale - è
cosmopolita, vale a dire “sradicata”, e, secondo alcuni, taglieggia la
“gente comune”, che è radicata nella terra, nel proprio Paese, ed è
orgogliosa della propria identità – vale a dire è “tellurica”.