La Stampa 23.6.16
Elettori di Sanders divisi
Solo la metà voterà Clinton
Appello di Trump: “Unitevi a noi, solo io posso mettere a posto gli Usa”
di Francesco Semprini
Gli
elettori di Sanders fuggono da Hillary e virano su Trump, e il
candidato repubblicano dà loro il benvenuto nel nome di un cambiamento
che nulla ha a che fare con quello promesso otto anni fa da Barack
Obama. A quanto sembra in casa democratica la spaccatura è sempre più
profonda, nonostante i buoni propositi di Bernie Sanders il quale ha
giurato fedeltà alla causa di partito mettendosi a disposizione di
Hillary Clinton. E se una parte dei suoi elettori già non vedeva di buon
occhio la prossima «nominata» dem per la Casa Bianca, dopo
l’allineamento del senatore socialdemocratico ha optato per lo strappo
vero e proprio. Questo il racconto fornito dal sondaggio Bloomberg
secondo cui solo il 55% degli elettori di Sanders voterebbe per l’ex
First Lady, il 22% dice che nelle urne sceglierà Donald Trump e il 18%
il libertario Gary Johnson. Una fronda massiccia che rischia di
rimettere in discussione gli equilibri del voto finale e rilancia Trump
in svantaggio negli ultimi sondaggi. E il miliardario dà il benvenuto ai
nuovi arrivati: «Unitevi al nostro movimento, soltanto io posso mettere
a posto il Paese». Il tycoon ha giocato in casa anche ieri parlando dal
Trump Hotel di Soho a New York, e ha risposto a chiare lettere al duro
intervento di due giorni fa col quale Clinton lo aveva accusato di
essere un pericolo per l’economia. «Non è solo il sistema politico ad
essere corrotto, ma anche l’economia», ha detto il repubblicano,
lanciando lo slogan «lavoro, lavoro, lavoro». Nei suoi 40 minuti di
intervento il tycoon ha esposto gli obiettivi prioritari da raggiungere
nei primi 100 giorni di presidenza. Dalla nomina di giudici che
difendano la Costituzione (con posizioni anti-aborto aveva detto in un
precedente intervento) alla riforma dell’immigrazione e la revoca della
riforma sanitaria Obamacare. Trump ha parlato inoltre di una stretta
sulle politiche commerciali e di restrizioni in campo energetico e della
necessità di una revisione del sistema fiscale. Galvanizzato dalla
defezione degli elettori «sanderisti» il repubblicano ha assestato un
affondo sopra le righe alla sua rivale nella elezione dell’8 novembre.
«Hillary Clinton è una bugiarda a livello mondiale. - tuona il tycoon -
Potrebbe essere la persona più corrotta che abbia mai ambito alla
presidenza degli Stati Uniti». Dell’ex capo di Foggy Bottom di Stato
sottolinea la sua «politica estera mortale» e la accusa di rifiutarsi di
riconoscere il radicalismo islamico. «Il Paese - ha proseguito - ha
perso la direzione quando Clinton ha cominciato a focalizzarsi su
aspetti globali invece che sugli interessi degli Stati Uniti». «America
First» è il primo comandamento di Trump il quale tuttavia mutua dal
presidente Obama la parola «Change», cambiamento, protagonista dello
slogan del 2008 «Change we can believe in». «C’è bisogno di cambiamento.
- dice Trump - Ma non quello di Barack Obama, dobbiamo portare il
cambiamento vero».