La Stampa 23.6.16
Dietrofront di Parigi: sì al corteo dei sindacati
di Leonardo Martinelli
Sfilare
o non sfilare? Dietro a questo dilemma amletico si è consumata ieri una
giornata di polemiche a Parigi. Fino a decidere che sì, la Cgt e gli
altri sindacati contrari alla legge El Khomri, la riforma del mercato
del lavoro, adesso all’esame del Senato, potranno sfilare oggi per una
manifestazione di protesta nel cuore della capitale. Il percorso sarà
comunque ridotto rispetto alle altre giornate di mobilitazione, che si
sono succedute dal marzo scorso: appena 1,6 chilometri, intorno al
bacino dell’Arsenale, tra la Senna e la piazza della Bastiglia.
Ieri
mattina, invece, la prefettura di Parigi aveva proibito la
manifestazione, per motivi di sicurezza, imponendo un «raduno statico».
Ancora vivi sono i ricordi degli scontri dello scorso 14 giugno, quando
la facciata del Necker, il «mitico» ospedale dei bambini, era stata
presa d’assalto e danneggiata. Ma l’ultima volta che una manifestazione è
stata proibita a Parigi risale al lontano 8 febbraio 1962, in piena
guerra d’Algeria. E così la decisione aveva scatenato un putiferio,
all’interno della gauche, ma perfino al di fuori (su Twitter Marine Le
Pen ha parlato di «un grave affronto alla democrazia»). Alla fine
François Hollande e il premier Manuel Valls hanno ceduto e fatto
dietrofront, anche se si sfilerà su un percorso più breve rispetto a
quello richiesto inizialmente dai sindacati. E Bernard Cazeneuve, il
ministro degli Interni, ha messo in guardia sul fatto che «nessuna
violenza sarà tollerata». Intanto Philippe Martinez, leader della Cgt,
ha chiesto al presidente «di ricevere rapidamente i sindacati per
discutere nel fondo le questioni che ci dividono sulla legge». Ecco, in
effetti, prima o poi bisognerà andare al sodo.