La Stampa 22.6.16
Bersani al M5S: basta egoismi
insieme per cambiare l’Italicum
Ma i grillini vanno in ordine sparso. Di Maio: “Spazzeremo via Renzi col referendum”
di Ilario Lombardo
Pierluigi
Bersani ci riprova. Come tre anni fa, chiama i 5 Stelle alle
responsabilità di un partito che ha imbarcato una valanga di voti. I
ruoli sono cambiati, soprattutto per lui, un po’ meno per loro,
sorretti, come nel 2013, dal vento del successo elettorale. Bersani alla
Camera ribadisce che l’Italicum va cambiato e vuole farlo con chi gli
ha già sbattuto un portone in faccia: «Se noi e i 5 Stelle - dice - la
smettiamo di pensare al nostro interesse particolare, e tutti la
smettono di giocare d’azzardo, e cominciamo piuttosto a occuparci del
sistema nel suo complesso, allora sono sicuro che una buona legge si
farà. Se invece noi, il M5S e la destra continuiamo così, allora ci
terremo l’Italicum». Il tracollo dem nelle città dà a Bersani una nuova
spinta che può saldare gli interessi della minoranza Pd sulla legge
elettorale a quelli degli avversari di Matteo Renzi.
L’obiettivo è
lo stesso, ma la strada per raggiungerlo non è uguale per tutti.
Proprio sull’Italicum i 5 Stelle sembrano non avere tutta questa fretta.
La posizione concordata con lo staff è di non parlarne. A domanda
diretta, Luigi Di Maio tace, il deputato con delega alle riforme Danilo
Toninelli liquida la questione: «Non ce ne frega nulla, è diventato un
dibattito autoreferenziale di partiti interessati solo a se stessi».
Soltanto Roberto Fico, altro membro del direttorio, accenna al tema
collegandolo al referendum costituzionale: «Adesso ci batteremo pancia a
terra contro una legge antidemocratica. A quel punto vediamo che
succede». Si andrà al voto, ma salterebbe l’Italicum. Poco male, secondo
Fico: «C’è sempre il presidente Sergio Mattarella, e c’è ancora un
Parlamento. Un modo per cambiare la legge si trova».
Più che
sull’Italicum, dunque, il M5S vuole concentrarsi sul referendum. Dopo
mesi rimasti defilati, i pentastellati scenderanno in forze ad
affiancare la campagna per il No. È la nuova linea decisa dopo la
sconfitta del Pd alla Comunali e rifinita durante le riunioni del
direttorio con Davide Casaleggio. Con Di Maio, in veste da leader che
confida ai suoi: «Ora che è indebolito, possiamo spazzare via Renzi». È
un concetto condiviso da Beppe Grillo: l’occasione è la sfida di ottobre
sul ddl Boschi. Per quella data il fronte del No potrebbe crescere,
come crede il forzista Renato Brunetta mentre spulcia i diagrammi di
Alessandra Ghisleri che indicano una risalita dei contrari: «E ancora i 5
Stelle non hanno fatto campagna attiva. Con loro, il No può arrivare al
60%». L’effetto sarebbe dirompente e costringerebbe ad affrontare il
nodo Italicum, come vorrebbe fare, ma da subito, Bersani.
Alla
fine si tratta solo di differenti strategie. I pentastellati seguono la
loro, e, rinvigoriti dal successo, nicchiano sulle lusinghe degli altri.
Per ora. E a chi lancia il sospetto che non si scatenano contro
l’Italicum perché come dimostrano Roma e Torino il doppio turno li
favorisce? «Falsità - risponde Toninelli - Perché lo abbattiamo con il
no al referendum. Due in un colpo solo».