martedì 21 giugno 2016

La Stampa 21.6.16
Cultura ed economia in ansia
per le prime mosse di Appendino
E c’è chi dice: “Speriamo segua il modello Pizzarotti”
di E. Minucci e M.Tropeano

Il mondo economico della città per ora sta alla finestra in attesa di capire le prime mosse della sindaca Chiara Appendino. Dal loro punto di vista contano i fatti - e tutti si dichiarano molto preoccupati per la sua scelta No Tav - al massimo qualcuno si augura che segua il modello Pizzarotti, sindaco di Parma, e non quello di Nogarin, primo cittadino di Livorno. Il segno di questo atteggiamento di attesa e di disponibilità a collaborare sta anche nell’intenzione di Enrico Salza, uno dei fondatori del sistema Torino, di chiamare il padre di Chiara Appendino per congratularsi con la neo-sindaca che conosce bene e che stima. Una telefonata di complimenti - proprio lui che aveva dichiarato: «Se vince Appendino è la fine di Torino» - ma anche per metterla in guardia dagli estremismi del M5S che potrebbe usarla per poi metterla da parte. Il mondo della cultura, invece, trema perché proprio da qui potrebbe cominciare la rivoluzione pentastellata.
Nei cinque anni di opposizione in Sala Rossa, Appendino ha fatto battaglie anche dure su quelli che considerava sprechi ed enti inutili, come la Fondazione per la Cultura creata nel 2013 dalla giunta Fassino che si occupa di seguire eventi, bandi e appalti (Biennale Democrazia, Mito, il Classical Music Festival). La guida Angela La Rotella e se Appendino manterrà le promesse elettorali la Fondazione sarà cancellata. Poi c’è la Fondazione Torino Musei guidata da Patrizia Asproni – scelta personalmente dal sindaco Fassino - che si occupa dell’organizzazione e del palinsesto dei musei civici passando per quel Museo d’Arte Orientale che è stato bersagliato di interpellanze (poca trasparenza nei conti e nella scelta del direttore, Marco Biscione). Appendino ha sempre criticato le spese per i grandi eventi e da questo punto di vista il futuro del Torino Film Festival Jazz è molto incerto. E potrebbe cambiare il direttore del Museo del Cinema, cioè Alberto Barbera che dirige anche il festival di Venezia e che è finito nel mirino del senatore Alberto Airola per il «doppio stipendio».
La gestione di Turismo e Cultura potrebbe influenzare i rapporti con i commercianti. Maria Luisa Coppa presidente Ascom difende i grandi eventi che hanno contribuito al rilancio della città, ma si dice pronta «a lavorare per portare Appendino sul terreno del ragionamento». Del resto nel programma elettorale M5S si parla della necessità di rilanciare la manifattura, stoppare le autorizzazioni di nuovi centri commerciali e ripartire dalla piccola e media industria e questo può favorire il confronto. «Durante la campagna elettorale sono stati assunti impegni precisi e ora è lecito attendersi che agli impegni seguano azioni concrete», spiega Dino De Santis, presidente della Cna di Torino. Secondo Corrado Alberto, presidente delle piccole imprese Api, si dice pronto a collaborare ma «Appendino ha una grande responsabilità alla quale deve rispondere subito con lo stesso stile dalla campagna elettorale». Alessandro Cherio, presidente dei costruttori si augura che nella gestione delle politiche urbanistiche prevalga il «pragmatismo nell’azione di governo così come ha fatto Pizzarotti a Parma». Alberto Dal Poz, presidente Amma (imprenditori metalmeccanici), assicura: «Ascolteremo le proposte senza chiusure pre-costituite».