La Stampa 20.6.16
De Magistris: “Vittoria contro M5S, Pd e FI”
L’ex pm festeggia riconferma e compleanno
di Grazia Longo
Non
c’era partita e infatti, dopo 5 anni, Gianni Lettieri è stato
nuovamente sconfitto. La cronaca di una vittoria annunciata si consuma
al comitato «Dema» di Luigi De Magistris, tra brindisi all’Aglianico del
Sannio e taralli napoletani, poco distante dal Maschio Angioino.
Spumante a mezzanotte, invece, per il sindaco che nel quartiere generale
all’hotel Mediterraneo festeggia sia il successo, con quasi il 67 per
cento dei consensi, sia il compleanno. Dopo mezz’ora parla alle
telecamere: «La nostra è una vittoria del popolo, contro il Pd, contro i
grillini e contro Forza Italia».
Quarantanove anni proprio oggi e
lo sguardo già oltre i prossimi cinque alla guida di Napoli. Non è un
segreto, l’ex magistrato lo aveva già dichiarato pochi giorni prima del
ballottaggio: punta a un movimento politico nazionale d’intesa con il
M5S. Per ora, per bocca di Roberto Fico, i grillini gli hanno risposto
picche: «No grazie, con lui non c’è una capacità di rete e di
partecipazione».
Si vedrà, intanto è probabile che sul sindaco
siano confluiti anche i voti di una parte di grillini. Da parte sua, De
Magistris per ora dovrà proseguire ad amministrare una città che lotta
con le piaghe della camorra, della disoccupazione e della bassa
scolarizzazione. Una città dove comunque il primo partito è
l’astensionismo. Il 64 per cento non ha votato al ballottaggio
(l’affluenza alle urne è del 36 per cento contro il 54 del primo turno e
contro il 50,5 per cento del ballottaggio del 2011).
Ma De
Magistris ha più di una ragione per essere soddisfatto. «Ho asfaltato il
Pd di Renzi - insiste -. Queste amministrative sono un vero e proprio
test nazionale». Già in un comizio elettorale si era espresso nei
confronti del premier con un poco elegante: «Renzi ti devi c...are
sotto» e a quello di chiusura, (non venerdì 17, ma il giorno prima, per
pura scaramanzia) ha più volte urlato il suo slogan «Amma scassa’». Un
chiaro invito a rompere con gli schemi della politica di governo
nazionale. Non a caso tra le 12 liste civiche che lo hanno sostenuto si
annovera gran parte della sinistra antagonista ai Dem. A partire da
Sinistra Italiana (l’unione tra Sel e i fuoriusciti dal Pd che fanno
riferimento a Stefano Fassina), Verdi e Bene Comune, la galassia di
sigle postcomuniste. Una disfatta per il Pd. Come ha scritto su Facebook
l’ex due volte sindaco e altrettante governatore della Campania,
Antonio Bassolino, dopo aver votato: «A Napoli sulla scheda elettorale
ben 22 simboli. Manca il Pd, eppure è il partito al governo del Paese. È
stato compiuto un vero e proprio delitto politico».