venerdì 17 giugno 2016

La Stampa 17.6.16
“Ora la politica non c’entra più. La società è avvelenata dalla paura”
Agnello Hornby: la campagna di Cameron? Tecnica del terrore
intervista di Monica Perosino

Simonetta Agnello Hornby, scrittrice italiana naturalizzata britannica, dal 1972 vive a Londra, dove per anni ha esercitato la professione di avvocato fondando, tra l’altro, uno studio legale a Brixton che si occupa prevalentemente delle comunità immigrate. Nelle ultime concitate settimane pre-referendum ha fatto la spola tra Gran Bretagna e Italia, dove sta presentando il suo ultimo libro «Caffè amaro». «In questi ultimi tempi, ogni volta che torno a casa, a Londra - dice - trovo una società sempre più polarizzata, sull’orlo di una crisi isterica»
Cosa sta succedendo in Gran Bretagna?
«La decisione di restare o non restare in Europa non è più una questione politica, è diventata una questione emotiva. Quando se ne parla, così tra amici, per strada, in normali conversazioni, il tono sale immediatamente, i pro Europa ne fanno una questione di vita o di morte, lo stesso fanno gli euroscettici. Brexit ha polarizzato profondamente la società. Nessuna sorpresa che in questo clima di tensione altissima i fragili di mente o gli invasati siano “saltati”».
Come si è arrivati a questa situazione?
«Quello che hanno fatto Cameron e tutto il partito conservatore nelle ultime settimane di campagna referendaria è stato una specie di mobbing ai danni degli elettori inglesi».
Cioè?
«Cameron ha cercato di spaventarli, ha usato una tecnica del terrore, motivando la sua posizione con slogan spesso vuoti e statistiche parziali e manipolate, vecchie ed ormai superate, in alcuni casi basate su dati di 6 anni fa. Ha usato metodi dittatoriali».
Per esempio?
«Ha trattato gli elettori come se fossero dei bambini che non capiscono. Il messaggio che arrivava dalla sua campagna - e che faceva crescere la paura - era: se usciamo dall’Europa sarà un disastro economico, tuo padre perderà il lavoro, diventeremo tutti poveri. Stessi messaggi, di segno opposto, arrivavano da chi vuole uscire dall’Europa».
Si aspettava un epilogo del genere?
«Non mi sorprende che un pazzo sia arrivato ad uccidere una deputata. Perché di questo si tratta, di un pazzo, un malato mentale, ossessionato e nutrito da un’atmosfera intrisa di paura e ormai isterica. Ma non mi aspettavo che si sarebbe arrivati a una spaccatura così profonda del Paese: credo che la maggior parte degli inglesi fino a qualche mese fa pensasse che non ci fosse la minima possibilità di uscire dalla Ue. Nessuno pensava che i partiti si sarebbero spaccati, che la società stessa sarebbe sprofondata e si sarebbe divisa tra “sì” e “no” in questo modo. Invece siamo precipitati nell’ossessione».