venerdì 17 giugno 2016

Il Sole 17.6.16
Rcs, Cairo pronto al rilancio
Oggi cda per rivedere l’Ops in corso - In arrivo la valutazione sull’Opa Bonomi
di Carlo Festa e Marigia Mangano

Urbano Cairo e’ pronto a rilanciare, migliorando l’ops in corso su Rcs Mediagroup. Ieri si è tenuto un vertice decisivo con gli advisor legali (lo studio BonelliErede) e finanziari, Banca Imi ed Equita. Il summit è durato quattro ore con la presenza di Gaetano Micciché, presidente di Banca Imi. E per oggi sarebbe stato convocato un consiglio di amministrazione di Cairo Communication per approvare una nuova struttura, migliorativa, dell’Ops sul gruppo editoriale che edita il Corriere della sera. Dal quartier generale dell’editore piemontese non arrivano commenti. Nel frattempo gli appuntamenti in agenda si moltiplicano: oggi si riunirà infatti il cda di Rcs per valutare l’Opa della cordata International Media holding e lunedì 20 giugno partirà l’offerta di Bonomi & C a un prezzo di 0,70 euro per azione.
Il mercato guarda al rilancio
Oggi, sulla carta, è infatti l’ultimo giorno disponibile per annunciare un miglioramento dell’offerta pubblica di scambio in corso su Rcs Mediagroup. La Borsa, al momento, è convinta del rilancio dato che le azioni Rcs hanno chiuso ieri in rialzo dello 0,54% a 0,75 euro, un valore di gran lunga superiore al prezzo espresso oggi dal concambio offerto. Cairo Communication, infatti, è scesa dello 0,10% a 4,066 euro, e in base al rapporto di concambio deciso, pari a 0,12 titoli Cairo Communication ogni Rcs, la valorizzazione dei titoli del Corriere è pari a 0,48 euro, lontano dalle quotazioni di Borsa.
Da segnalare che nell’ultima settimana il titolo Cairo è stato colpito da insistenti vendite, che hanno portato il valore dell’Ops dell’imprenditore su Rcs da 0,58 euro a 0,48 euro. In altre parole, sulla carta, l’ops di Cairo, così come è strutturata, è tendenzialmente fuori gioco. Ma il mercato, valorizzando Rcs e penalizzando Cairo, punta chiaramente a un rilancio da parte dell’editore alessandrino. In linea teorica gli azionisti di Rcs Mediagroup non hanno alcuna convenienza a scegliere la proposta dell’editore, tanto più che parallelemente hanno la possibilità di consegnare i titoli all’Opa Bonomi a un valore più alto e pari a 0,70 euro.
Certo, il piano industriale proposto da Cairo, come più volte sostenuto dall’editore di La7, è una scommessa sul futuro («Sono fiducioso perché la mia è un’offerta industriale. Io dico all’azionista della Rcs di oggi non andare via, resta con me. Dammi le tue azioni in cambio di titoli della Cairo Communication. Io voglio ristrutturare Rcs e farla valere più di adesso», ha dichiarato di recente a Radio24). Ma è altrettanto vero, si osserva, che ai prezzi di oggi il divario puramente “economico” è diventato importante. Tanto più che le due offerte, a partire da lunedì 20, saranno aperte contestualmente. Da qui la decisione di rivedere, migliorandola, l’Ops.
Si incrociano le offerte
Nel frattempo sta per partire ufficialmente l’Opa di International Media holding. Oggi, come da iter, è prevista la riunione del Cda di Rcs Mediagroup sulla fairness opinion dell’Opa lanciata da Andrea Bonomi, Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai. Si prevede un verdetto non positivo, come d’altronde riservato anche all’Ops di Urbano Cairo venerdì scorso, a fronte di una valutazione dell’esperto indipendente Roberto Tasca (sulla base del metodo Dcf) che ha espresso un valore fondamentale compreso tra 0,80 e 1,13 euro, con un valore intermedio di 0,95 euro. Altre valutazioni (a valori inferiori attorno a 0,80 euro) sono state fatte per Rcs (che è assistita dall’advisor Intermonte) dai consulenti di Unicredit e Citi.
Dopo la comunicazione del board, lunedì 20 giugno, partirà l’opa cash che si concluderà il prossimo 15 luglio. Urbano Cairo, come ci si aspetta, rivedrà al rialzo il concambio proposto, e a questo punto la cordata Investindustrial avrà altri cinque giorni di tempo per fare la propria controproposta. Intanto da segnalare che ieri è stato firmato da Rcs con le banche l’accordo del contratto di finanziamento da 352 milioni: con la clausola del «change of control» modificata sul tetto del 25%, quindi migliorativa rispetto alla situazione precedente quando la clausola scattava all’uscita del primo azionista.