La Stampa 17.6.16
Hong Kong, il libraio sparito
“Portato via dai cinesi ”
di Cecilia Attanasio Ghezzi
Una
conferenza stampa esplosiva. Appena due giorni dopo essere tornato a
casa, uno dei cinque librai di Hong Kong scomparsi misteriosamente a
fine 2015, rivela di essere stato rapito alla frontiera, ammanettato,
bendato e portato in un’altra località dove sarebbe stato sottoposto a
otto mesi di tortura psicologica. «È qualcosa che non riguarda solo me,
ne va della libertà dei cittadini di Hong Kong» ha cercato di spiegare
il manager Lam Wing-kee.
«Il governo cinese ci ha messi
all’angolo. Potrebbe succedere anche a voi, se non parlo». Gui Minhai,
co-proprietario della casa editrice Mighty Current, è l’unico ormai
rimasto sotto la custodia della polizia cinese. A gennaio scorso era
apparso sulla tv di stato Cctv per confessare pubblicamente di essersi
consegnato spontaneamente alle autorità della Repubblica popolare per
rispondere di un omicidio colposo commesso 12 anni fa. Peccato che fosse
scomparso in Thailandia e che non gli sia stata ancora mossa alcuna
accusa formale. Lee Bo, Lui Bo e Cheung Jiping sono tornati a Hong Kong
senza troppo clamore a marzo scorso.
Lam, invece, ha parlato.
Durante la detenzione sarebbe stato costretto a firmare che non avrebbe
avvisato né i famigliari né un avvocato. In diversi interrogatori lo
avrebbero accusato di aver contrabbandato libri proibiti nella Cina
continentale e gli avrebbero mostrato una lista di oltre cinquecento
clienti cinesi che li avrebbero ricevuti. Lo avrebbero liberato solo
affinché tornasse con un hard disk contenente i nomi di tutti i clienti
cinesi della libreria. La Mighty Current era una casa editrice e
libreria specializzata in politica cinese. I libri, pieni di gossip
amorosi, erano certamente invisi al Partito comunista cinese. Pare che
stesse per stampare un libro sulla vita sentimentale pre-matrimoniale
del presidente Xi Jinping.